Cadavere di Noemi Durini nascosto in campagna con delle pietre. Le parole del nonno
L'hanno cercata ovunque, anche con i cani molecolari, ma lei, Neoemi Durini, la 16enne scomparsa il 3 settembre da Specchia (Lecce), era priva di vita sotto dei massi di pietra. A fare ritrovare il cadavere è stato il fidanzato 17enne di Alessano (Lecce). Proprio lui, l'assassino. Colui che ha confessato l'omicidio ai carabinieri che da giorni lo tenevano sotto presssione facendogli notare le contraddizioni della sua versione dei fatti. Era stato l'ultimo a vedere Noemi. Una telecamera aveva filmato la loro fuga su un'autovettura nella notte tra il 2 e il 3 settembre. Da quel momento non si è saputo nulla di Noemi. Eppure la ragazza non aveva alcuna intenzione di scappare da casa. Non aveva telefonino, né soldi e né indumenti di ricambio.
Pensava che l'amasse ed invece l'ha uccisa. Quella notte l'ha portata lontana, a Castrignano del Capo (Lecce), a una trentina di chilometri da casa. Poi ha nascosto malamente il cadavere con delle pietre in una campagna di località San Giuseppe, non molto distante dalla strada per Santa Maria di Leuca. Ha utilizzato le pietre di un muretto a secco per l'occultamento del cadavere. I piedi però rimasti scoperti. L'aria in quella zona è ammorbante perchè il cadavere è rimasto al caldo per tanti giorni. Su quella parte di muretto a secco sono stati versati due sacchetti di calce bianca. La zona è stata recintata da del nastro. Quasi un disitnguo tra il rispetto che si deve alla vita umana e ai giovani alberi di ulivo della campagna di Castrignano. In quel luogo dove è stata rubata la sacralità della vita la pietà umana una donna ha deposto un fascio di fiori bianchi.
La sorella di Noemi sperava nella ipotesi della fuga. Il 28 settembre ha la seduta di laurea e nel lanciare ieri un appello per il ritorno a casa della sorella si era detta sicura che Noemi quel giorno della laurea non sarebbe mancata. Oggi ha invece saputo, assieme alla madre, del tragico epilogo della vicenda mentre era in Prefettura con l'avvocato della famiglia per una conferenza stampa finalizzata a lanciare l'ennessimo appello al ritrovamento.
Quel ragazzo non piaceva alla famiglia di Noemi. Era troppo violento. E' stato ripreso da una telecamera quando alcuni giorni dopo la scomparsa di Noemi aveva danneggiato un'autovettura, una Nissan Micra, ad Alessano (Lecce), colpendola ripetutamente con una sedia. Insomma, un ragazzo dalla personalità violenta. Tanto violenta da uccidere la sua fidanzatina.
Ma avrà fatto tutto da solo? Per ora è indagato anche il padre dell'omicida reo confesso, un uomo di 41 anni, ma soprattutto su questa vicenda così orribile è meglio restare ancorati scuprolosamente ai fatti anche se per il nonno di Noemi, Vito, questo omicidio non è stato compiuto da una sola persona. L'uomo dice anche che "le autorità dovevano fare qualcosa per allontanare questo ragazzo o per farlo curare. Dovevano fare ma non hanno fatto niente". Sua figlia, madre di Noemi, aveva già denunciato il comportamento violento dell'omicida. La questione è stata esaminata come violenza privata e in un altro caso per accertare il contesto familiare ma senza che ciò producesse, come avrebbe voluto il genitore, l'allontamento coatto del ragazzo da Noemi. (R.T.)
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