Omicidio a Brindisi: con una coltellata all'addome ha ucciso suo padre
Prima un litigio, poi una colluttazione ed infine una coltellata all'addome. Questa la sequenza dei fatti che si è conclusa con l'omicidio del brindisino Francesco Tafuro, 50 anni. Ad ucciderlo è stato il figlio Antonio, di 25 anni, che ora è rinchiuso in carcere. L'assassino ha ammesso di averlo accoltellato ma si è giustificato dicendo che non voleva ucciderlo e neppure ferirlo ma soltanto disarmarlo.
A quanto pare il giovane avrebbe dichiarato che inizialmente il coltello era nelle mani di suo padre e che il genitore voleva usarlo contro il figlio minore. Sarebbe stato a questo punto che Antonio, proprio per difendere suo fratello, avrebbe cercato di disarmare il genitore. Ne è nata una colluttazione culminata con quella coltellata mortale. Francesco Tafuro a quel punto è uscito di casa sanguinante e avrebbe atteso in strada l'arrivo di un'ambulanza del servizio 118. All'arrivo nel vicino ospedale "Antonio Perrino" i medici però hanno potuto fare ben poco perchè in pochi minuti è deceduto.
Ora Antonio Tafuro è accusato di omicidio volontario ed è sottoposto a fermo di polizia. Il pm che coordina le indagini è Luca Miceli che ha già affidato l'incarico al medico legale, Antonio Carusi, di effettuare l'autopsia. L'udienza di convalida del fermo è stata fissata per lunedì mattina.
Dalle prime indagini risulterebbe che l'abitazione dove è stato compiuto l'omicidio, in via Favia, al rione Cappuccini di Brindisi, nei pressi del Parco del Cesare Braico, è priva di energia elettrica perchè l'erogazione risulta da tempo sospesa per fatture non pagate. Significa che l'omicidio sarebbe stato compiuto al buio. Un particolare che l'avvocato difensore dell'omicida, Daniela D'Amuri, cercherà di utilizzare al meglio in sede processuale.
Pare che a fare scatenare il litigio iniziale tra la vittima e suo figlio minore sia stato l'utilizzo di uno smarphone da parte di quest'ultimo. La luminosità dello schermo disturbava la vittima che invece voleva dormire. Entrambi erano alloggiati nella stessa stanza. Banalità che sono diventate, putroppo, movente di questo parricidio. (R.T.)
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