Professore picchiato da un genitore infuriato. I docenti: neppure a scuola si è più sicuri. La solidarietà della ministra Fedeli al vicepreside
Un semplice rimprovero ad un alunno ha dato il pretesto al suo genitore di picchiare un professore. A Foggia il genitore infuriato ha aggredito il vicepreside della scuola media 'L. Murialdo'. Il professore ha riportato traumi alla testa e all'addome e i medici dell'ospedale lo hanno giudicato guaribile in almeno 30 giorni. L'energumeno si è scagliato contro il docente sabato scorso, all'orario di ingresso degli alunni, con una lunga serie di pugni eludendo la vigilanza dei collaboratori scolastici. Dall'istituto scolastico è stato spiegato che il genitore infuriato non aveve chiesto alcun colloquio. “Il genitore - viene chiarito nell'istituto scolastico - senza chiedere spiegazioni di sorta, come riportato nelle numerose testimonianze depositate in Questura, si è avventato sul professore. A nulla è valso l'intervento dei collaboratori scolastici e dei docenti presenti, che, data la rapidità con cui si è mosso il genitore, non sono riusciti ad evitare l'aggressione". Sempre dalla scuola fanno sapere che "il professore non ha reagito in alcun modo ai numerosi e violenti colpi che gli venivano inferti alla testa e all'addome, fino a quando i presenti non sono riusciti ad allontanare l'aggressore. Sul posto sono accorsi la Polizia e gli operatori del 118".
Il giorno prima il vicepreside aveva preso per il braccio l'alunno e allontanato dalla fila perchè – fanno sapere a scuola spingeva e rischiava di far cadere le compagne in fila davanti a lui. Per tutelare l'incolumità degli altri ragazzi è intervenuto il vicepreside.
L'aggressione ha provocato sentimenti di preoccupazione nel mondo scolastico e solidarietà nei confronti del professore. Ad esempio su questa squallida vicenda è intervenuta la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli che ha definito "quelli di Foggia fatti gravi. La violenza fisica o verbale non è mai tollerabile. E lo è ancor meno quando si verifica all'interno di una scuola, cioè del luogo dove alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi dobbiamo insegnare il rispetto dell'altro, la convivenza civile. Tutti temi su cui la comunità educante sta facendo sforzi enormi". La ministra ha anche telefonato all'insegnante aggredito per manifestargli la propria solidarietà e quella del Ministero.
Sono intervenuti anche i docenti del liceo ‘Marconi’ di Foggia che hanno scritto una lettera per evidenziare il grave episodio e la situazione di difficoltà di chi lavora a scuola.
“Il barbaro pestaggio – scrivono i docenti del Liceo Marconi - rende evidente i rischi costanti cui è esposta la nostra categoria, impegnata sempre e su più fronti nel suo difficile compito educativo, costretta a supplire spesso alle carenze del contesto familiare e sociale di riferimento”.
Dal Liceo Marconi esprimono “totale, piena e incondizionata solidarietà al collega, di cui ci è nota la professionalità, la disponibilità e la dedizione con la quale svolge quotidianamente il suo ruolo di docente e di vicepreside ma ci preme sottolineare come la nostra professione, spesso vituperata da un’opinione pubblica che non ne conosce o ne misconosce le difficoltà ed i meriti, sia costantemente sottoposta a rischi inimmaginabili in una società civile, soprattutto se si considerano le circostanze dei fatti accaduti”.
Per i docenti “è inammissibile che un docente possa essere aggredito da un genitore, sul luogo di lavoro, di fronte ad altri genitori e cosa ancora più grave ad alunni cui il solo assistere ad episodi di violenza può causare effetti traumatici”.
Della vicenda si occuperà, ovviamente, la magistratura. La Procura della Repubblica di Foggia che ha aperto un fascicolo. Il genitore violento è ora ndagato con l'accusa di lesioni aggravate da aggressione a Pubblico Ufficiale. (Rezarta Tahiraj)
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