Chi sono gli arrestati per estorsione a imprenditori del Tarantino
Estorcevano denaro ad imprenditori. Con quest'accusa sono stati arrestati in provincia di Taranto otto persone. Le ordinanze di custodia cautelare sono stati emessi dal GIP del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Remo Epifani. Gli otto arrestati facevano parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di estorsione in danno di imprenditori edili nella borgata di Taranto-Talsano e nel vicino comune di Leporano.
Cinque le persone destinatarie della misura cautelare in carcere: Daniele Leone (37 anni) Luca Fontana (32), Arcangelo Palombella (38) Giuseppe Liddi (31) e Domenico Salamina (28). Ai domiciliari gli altri tre: Francesco Leone, di 29 anni; Giuseppe Chiulli (31) e Giovanni Longo (40).
In particolare i carabinieri hanno evidenziato, mediante approfondite indagini, tre gravi episodi estorsivi. E' stata fatta luce su mandanti ed esecutori di un’estorsione ai danni di due imprenditori, rispettivamente titolare e gestore di un’impresa edile, costretti a pagare una tangente di duemila euro in due tranches. Poi è stata accertata un’ulteriore condotta estorsiva perpetrata in danno di altri tre imprenditori, titolari di un’impresa subappaltatrice di un cantiere edile, con la riscossione illecita della somma di ottomila euro in due tranches. Altro episodio accertato un tentativo di estorsione in danno di un ulteriore imprenditore, legale rappresentante di altra azienda edile, con la richiesta della somma di duemila euro.
Tutti i soggetti coinvolti nell’indagine sono ritenuti dagli inquirenti di elevata caratura criminale; in diversi casi si tratta di sorvegliati speciali che hanno commesso i fatti durante il periodo di sottoposizione alla misura. Le vittime sono state incontrate in pieno giorno ed a volto scoperto. Le richieste estorsive sono state fatte in maniera diretta e perentoria.
Tutti gli arrestati (ad eccezione di due) dimorano stabilmente a Tramontone e, dall’analisi delle vicende estorsive che hanno riguardato le vittime, si sono mossi con analogo. L'organizzazione utilizzata sempre lo stesso modus operandi: l’imprenditore è stato avvicinato di solito da due soggetti che hanno preteso il pagamento del “pizzo” per evitare danni al cantiere; l’azione degli estorsori si è fatta man mano sempre più insistente e spesso le richieste sono provenute da persone diverse anche al fine di intimidire maggiormente le vittime, consapevoli di dover fronteggiare un gruppo e non solo uno o due soggetti; gli imprenditori sono stati poi convocati in un luogo determinato per l’esazione della somma e spesso il gruppo criminale si è avvalso di intermediari per concordare con le vittime, sulla base della loro capacità, l’entità della somma da corrispondere.
La sua forza intimidatrice del gruppo traspare in tutta evidenza anche in una delle numerose intercettazioni telefoniche:“vedi che noi siamo quelli che sono venuti armati la volta scorsa all’altro cantiere”. Se non ci fosse stato il pagamento della tangente lo stesso gruppo “avrebbe fatto saltare tutto in aria”. Inequivocabile anche l'intenzione di spiegare che il controllo del territorio era esclusivo proprio del gruppo criminale: “qui lo sai che comandiamo noi”.
I carabinieri hanno trovato e sequestrato mezzo etto di sostanza stupefacente del tipo hashish in possesso di Chiulli; contante di 4.800 euro circa ed un giubbetto antiproiettile nella disponibilità di Salamina; la somma contante di 1000 euro circa nella disponibilità di Francesco Leone. (R.T.)
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