Capristo avrebbe fatto pressioni su pm di Trani per incastrare ingiustramente un imprenditore
E' agli arresti domiciliari Carlo Maria Capristo, procuratore capo a Taranto. Ad ottenere il suo arresto è stata la Procura di Potenza con l'accusa di corruzione in atti giudiziari.
Per la stessa inchiesta sono agli arresti domiciliari anche l'ispettore Michele Scivittaro, in servizio presso la Procura di Taranto, e gli imprenditori pugliesi Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo. Capristo è a capo della Procura di Taranto dal 2016: in precedenza è stato Procuratore capo a Trani.
Anche l'ex procuratore di Trani, Antonino Di Maio, risulta coinvolto in questa stessa inchiesta ed ora è indagato per i reati di abuso d'ufficio e favoreggiamento. Secondo quanto risulta dalle indagini il Procuratore Capristo cercò di indurre il pm di Trani, Silvia Curione, a perseguire ingiustamente una persona per usura.
Capristo insomma avrebbe voluto che un imprenditore fosse accusato ingiustamente di usura e per raggiungere questo fine avrebbe fatto pressioni su una donna magistrato in servizio nella Procura di Trani. L'arma del ricatto utilizzata per tentare di convincere la magistrata sarebbero le temute ritorsioni da applicare ai danni di suo marito, il pm Lanfranco Marazia, che risulta in servizio nella Procura di Taranto diretta proprio da Capristo.
Riassumento: l'accusa è convinta che gli indagati hanno compiuto "atti idonei in modo non equivoco" a indurre la pm di Trani a perseguire ingiustamente una persona che gli imprenditori Mancazzo, ipotizzati come mandanti, avevano denunciato per usura.
L'inchiesta della Procura di Potenza è scattata quando la magistrata Silvia Curione ha denunciato le pressioni ricevute, il ricatto delle ritorsioni nei confronti del marito e soprattutto l'ingiusta accusa di estorsione ai danni di un cittadino che Capristo e gli altri arrestati avrebbero voluto a tutti i costi colpevolizzare. Insomma, la magistrata Curione si è opposta al ricatto e ha salvato un cittadino da un'ingiusta accusa. Non è un'ipotesi ma una situazione già accertata bene dalla Procura di Potenza tando da affermare che nei confronti di quel cittadino non vi erano i presupposti nè di fatto e nè di diritto per accusarlo del reato di usura. Questo comportamento corretto ed onesto ha però causato gli arresti del Procuratore di Taranto Capristo, degli imprenditori Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo e dell'ispettore Michele Scivittaro. Inoltre Scivittaro e Capristo risultano anche "gravemente indiziati di falso e di truffa ai danni dello Stato" perchè l'ipoettore di polizia anche quando era a casa e svolgeva compiti affidati da Capristo risultava ufficialmente presente negli uffici della Procura di Taranto.
Ad arricchire di particolari questa inchiesta giudiziaria ci sono le informazioni riguardanti a perquisizioni eseguite questa mattina a casa e negli uffici di altre persone e anche di un altro magistrato, l'ex procuratore di Trani, Antonino Di Maio, che è indagato per i reati di abuso d'ufficio e favoreggiamento personale. (R.T.)
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