I due cadaveri trovati tra le scale di un condominio. L'omicida ha usato un coltello per uccidere la coppia
L'arbitro di calcio Daniele De Santis, di 33 anni, e la sua compagna, Eleonora Manta, di 30 anni, sono stati uccisi tra le scale di un condomio di Lecce. I loro corpi sono stati pugnalati più volte dall'assassino che è stato visto allontanarsi da quel condominio del quartiere Rudiae, nei pressi della stazione ferroviaria, vestito con abiti neri e con ancora il coltello in mano e sulla spalla uno zaino di colore giallo.
La giovane coppia abitava in quel condominio ed è descritta dal vicinato come persone esempleari. I carabinieri del Ris stanno effettuato i rilievi sul luogo del duplice omicidio e in casa della coppia.
In mattinata in Procura c'è stata una riunione con il procuratore Leonardo Leone De Castris e il pm di turno Maria Consolata Moschettini al termine del quale è stato conferito al medico legale Alberto Tortorella l'incarico di eseguire le autopsie.
Il duplice omicidio è stato anche commentato dalla Lega Pro di calcio: "Nessuna parola riesce a descrivere il dolore della Lega Pro, dei suoi vertici, dei club, dei giocatori e del nostro calcio per la prematura scomparsa dell'arbitro Daniele De Santis e della compagna Eleonora": Francesco Ghirelli si unisce con i vicepresidenti della Lega Pro Cristiana Capotondi e Jacopo Tognon, il segretario generale Emanuele Paolucci e il direttivo di Lega Pro al cordoglio della famiglia De Santis e della famiglia della compagna di Daniele, dell'AIA e della CAN C. "Lo vogliamo ricordare con il sorriso di quando era in campo e per la sua grande passione per la Serie C, che considerava una famiglia. La violenza distrugge, la violenza ha strappato due giovani vite che nutrivano sogni e aspettative. La violenza è il nemico numero 1 da contrastare in ogni sua forma".
Gli investigatori del Comando provinciale dei Carabinieri hanno già provveduto ad interrogare amici della coppia e i residenti della palazzina. Si sta cercando di verificare se nei filmanti delle telecamere di videosorveglianza della zona, pubbliche e private, possano risultare elementi utili alla ricostruzione dell'accaduto e per l'identificazione dell'assassino.
Eleonora Manta era conosciuta anche come impiegata nella sede Inps di Brindisi. Sarebbe stata lei ad urlare nel tentativo di chiedere soccorso prima di essere ammazzata. Proprio quelle grida hanno portato un inquilino della palazzina, un uomo anziano, a guardare allo spioncino della propria porta d'ingresso. Troppo tardi per intervenire ma in tempo per vedere un giovane vestito di nero allontanarsi dalla scena del crimine. La sua testimonianza viene ritenuta dagli inquirenti molto importante. (R.T.)
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