18 febbraio davanti alla Corte D'Assise di Lecce sarà giudicato Antonio De Marco
Il 18 febbraio davanti alla Corte D'Assise di Lecce ci sarà Antonio De Marco, reo confesso dell'omicidio dell'arbitro leccese Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta. Il duplice omicidio fu compiuto a Lecce il 21 settembre scorso a Lecce. L'assassino entrò nella casa in cui due fidanzati si erano appena trasferiti, in via Montello 2, utilizzando un duplicato delle chiavi che erano rimaste in suo possesso per essere stato, precedentemente, inquilino di quella stessa abitazione.
Oggi il gip di Lecce Michele Toriello ha disposto il giudizio immediato per Antonio De Marco. E' stata quindi accolta la richiesta dalla Procura firmata da Maria Consolata Moschettini, magistrato titolare delle indagini. De Marco, 21 anni, è studente di scienze infermieristiche.
Il Gip ha anche dichiarato inammissibile e quindi rigettato la richiesta di perizia psichiatrica avanzata nei giorni scorsi dai legali del De Marco. Questo non significa che gli avvocati difensori, Andrea Starace e Giovanni Bellisario, non potranno avere altre possibilità di fare accertare lo stato mentale del proprio assistito in riferimento all'evento delittuoso. La perizia psichiatrica potrà essere eventuale richiesta nel corso del processo.
Daniele De Santis, 33 anni, leccese, arbitro di serie C, ed Eleonora Manta, 30 anni, di Seclì (Lecce), impiegata negli uffici dell'Inps di Brindisi, sono stati uccisi con oltre 70 coltellate. Il reo confesso ha dichiarato di aver pianificato quel duplice omicidio sin dall'inizio di agosto, quindi circa due mesi prima dell'assassinio. Trascrisse il cronoprogramma del massacro su fogli di carta che perse durante la fuga dal luogo del delitto. Aveva un cappuccio ricavata da calze da donna in nylon ed era armato con un coltello da caccia lungo 14 centrimetri.
Settanta coltellate. Perchè tante. Il reo confessa ha motivato quel gesto folle per la rabbia di sentirsi solo. Voleva vendicarsi con chi era felice. Questo elemento delle 70 coltellate sarà utilizzato certamente dagli avvocati difensori per dimostrare la tesi della instabilità mentale del loro assistito. Ma il GIP ha valuto inammissibile la loro richiesta sostanzialmente per due motivi. Il primo perchè non ci sarebbero elementi per ritenere che la perizia possa concludersi in dibattimento con certezza entro i 60 giorni. Il secondo motivo è che la perizia psichiatrica non rientra tra quelli che possono essere effetuati nelle forme dell'incidente probatorio.
De marco è rimasto per lungo periodo in isolamento nel carcere di Borgo San Nicola ma dai primi giorni di dicembre è stato trasferito in una cella singola della sezione carceraria dedicata ai detenuti per reati contro la persona. Il giovane è controllato frequentamente per il timore che possa compiere gesti estremi e per tutelarlo dal rischio di aggressioni da parte di altri detenuti.
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