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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Non sarà operativa nell'immediato invece la confisca dell’area a caldo dello stabilimento ex Ilva

Nella sentenza del processo Ambiente svenduto è stata decisa la confisca di 2 miliardi e 100 milioni di euro alle società Ilva spa, Riva fire spa, oggi Partecipazioni industriali spa in liquidazione, e Riva forni elettrici. E' il valore equivalente, secondo quanto risulta in sentenza, dell'illecito profitto compiuto con la gestione Ilva in quegli anni. È stata disposta anche la trasmissione degli atti alla procura per l’ipotesi di falsa testimonianza di 4 persone ascoltate in aula e tra queste c'è anche l’ex arcivescovo della diocesi di Taranto Benigno Papa.

E' stato deciso anche di sanzionare l'Ilva con un valore di 4 milioni di euro e di confiscare l’area a caldo dello stabilimento. La confisca che sarà operativa soltanto nel caso questa decisione sia confermata dalla Corte di Cassazione. Al momento resta attivo il sequestro con facoltà d’uso da parte di Acciaierie Italia, la join venture tra ArcelorMittal e Invitalia, che gestisce l’impianto.

Ci sono voluti 11 giorni di camera di consiglio alla Corte d'Assise di Taranto per decidere questa sentenza che esprime verdetto nei confronti di ben 47 imputati: 3 società e 44 persone. La procura aveva chiesto 400 anni di carcere per condannare complessivamente 35 persone. Oggi che la sentenza è stata pronunciata si può affermare, senza ombra di dubbio, che sostanzialmente è stato riconosciuto l'impianto accusatorio.

La vicenda giudiziaria era esplosa nel 2012 quando la procura di Taranto chiese il sequestro dell'area a caldo del siderurgico e il gip Patrizia Todisco decise di accogliere la richiesta riconoscendo la validità e l'urgenza di quelle motivazioni e ordinò, conseguentemente, il sequestro senza facoltà d'uso dei sei impianti. Alla base di quella decisione ci sono state due perizie, una ambientale e una epidemiologica, che stabilirono come proprio le emissioni di quegli impianti erano causa nella popolazione di "gravi eventi di malattie e morte". Danni non solo alla popolazione ma anche alle cose, cioè a terreni, animali, insomma all'ambiente. Da quì la scelta di etichettare l'inchiesta e il processo giudiziari con due parole: ambiente svenduto.  (Rezarta Tahiraj)