Sab23112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Accusa per tangente ad impresa appaltatrice del Comune di Grumo Appula

E' in carcere con l'accusa di aver intascato una tangente di 5mila euro un assessore del Comune di Grumo Apula, in provincia di Bari. Alla consegna del denaro per il pagamento della tangente hanno assistito anche i carabinieri e che proprio per questo hanno potuto procedere ai due arresti in flagranza di reato. Nicola Lella, 30 anni, è assessore all'Urbanistica con delega all'igiene urbana. Contro di lui gli inquirenti avrebbero raccolto elementi che confermerebbero un'ipotesi ricattatoria nei confronti del titolare di un'impresa appaltatrice del Comune di Grumo Appula per il servizio di raccolta dei rifiuti, Teknoservice srl il cui rappresentante legale è Nicola Benedetto. Il ricatto non si limiterebbe alla sola richiesta di denaro ma anche a pressioni finalizzate ad ottenere assunzioni di personale nell'azienda appaltatrice. In carcere c'è andato anche l'imprenditore edile Vito Partipilo, 34 anni, che è stato considerato dagli inquirenti suo complice. Entrambi ora attendono in carcere gli esiti dell'udienza di convalida del loro arresto. 

I carabinieri stavano già indagando su altri episodi riguardanti la ditta appaltatrice. Il 24 luglio un automezzo in uso all'azienda e dedicato al servizio di raccolta dei rifiuti fu incendiato. Ma c'è di più. Proprio questo episodio ha permesso di accertare che l’assessore Lella aveva istigato alcuni operatori ecologici, dipendenti della citata azienda, a non procedere alla raccolta dei rifiuti, incentivando anche uno sciopero collettivo. Lo sciopero era stata motivato con problematiche logistiche interne all’azienda ma in realtà aveva una finalità molto specifica. Quelle proteste del personale sarebbero state stimolate e sollecitate - secondo gli inquirenti - proprio dall’assessore Lella al fine di creare una serie di disservizi che dovevano mettere in cattiva luce l’azienda al fine di minacciarne l’interruzione della collaborazione con l’ente comunale. Il ricatto consisteva nell'evidenziare il problema e ad offrire la soluzione dopo il pagamento di tangente. Le difficoltà dell'azienda di gestire il personale interno e nell'effettuare il servizio in modo efficiente sarebbero state eliminate - ecco il ricatto - se il titolare dell’azienda avesse pagato una somma di denaro o assunto del personale gradito all'assessore. Fortunatamente all'incontro con l’imprenditore destinatario delle richieste si sono presentati anche i carabinieri del Comando Provinciale di Bari i quali, dopo aver assistito al pagamento della tangente, hanno proceduto all’arresto dell’assessore, nonché dell'ingegnere che con l'assessore stava ricevendo 5mila euro. Poco prima dell'arresto, i due hanno tentato la fuga. Una volta raggiunti dai carabinieri sono stati condotti al carcere di Bari. (Rezarta Tahiraj)