I primi casi pugliesi di Omicron appartengono a due donne di Bari di ritorno dall'estero
Anche in Puglia c'è Omicron, la variante del coronavirus Sars-CoV-2 scoperto in Sud Africa, per la prima volta al mondo, lo scorso 11 novembre. L'arrivo di Omicron in Puglia è stato accertato ieri nei laboratori del Policlinico di Bari. I casi diagnosticati sono due ed appartengono ad altrettanti donne di Bari rientrate in Puglia dopo un viaggio in paesi europei. Le donne stanno bene ma ovviamente per entrambe sono scattate le misure di contenimento del contagio: sono in isolamento. Nei prossimi giorni, durante il periodo di quarantena, saranno sottoposti a controlli.
Il primo caso Omicron in Italia è stato accertato il 28 novembre 2021, ora questa variante è arrivata pure in Puglia. La prova è stata fornita dal laboratorio di Epidemiologia molecolare e Sanità Pubblica del Policlinico di Bari che dispone di un sistema diagnostico avanzato in grado di identificare proprio i casi probabili da variante Omicron.
La professoressa Maria Chironna è responsabile di questo laboratorio dichiara che questi due casi accertati "non devono destare allarme perché sappiamo che, ad ora, la vaccinazione proteggere contro le forme severe di Covid19”. E poi era inevitabile che anche in Puglia , prima o poi, sarebbe arrivata pure questa variante Omicron.
Il direttore generale del Policlinico, Giovanni Migliore, aggiunge che "la situazione delle ospedalizzazioni per Covid attualmente non è preoccupante. Grazie alla disponibilità del centro per le maxi emergenze il Policlinico di Bari è pronto ad assicurare in ogni momento il livello di assistenza più adeguato al nostro territorio”.
“Va ribadito con forza, anche alla luce della presenza di nuove varianti nel nostro territorio, che l’unica arma contro il virus è - conclude Migliore - la vaccinazione. È fondamentale in questo momento accelerare per la massima copertura della popolazione con la terza dose”.
Dal 29 aprile 2021 è attiva in Italia la piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti di SARS-CoV-2 (I-Co-Gen) che permette di raccogliere e analizzare le sequenze identificate in Italia e “dialogare” con le piattaforme internazionali. La piattaforma consente di indicare tempestivamente sequenze di particolare interesse, come avvenuto con i due casi di Omicron scoperti a Bari. Inoltre la Puglia ha contribuito molto al funzionamento di questa piattaforma. Il nuovo strumento software che facilita l’analisi del genoma del coronavirus SARS-CoV-2, l’agente patogeno che causa il COVID-19 è stato sviluppato. come conferma lo studio pubblicato sulla rivista Bioinformatics - da un team di ricercatori dell’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibiom) di Bari, dell’Università Aldo Moro di Bari e del Dipartimento di bioscienze dell’Università Statale di Milano.
“CorGAT consente di confrontare le sequenze di uno o più virus in pochi secondi ed esegue in maniera rapida e veloce l’annotazione funzionale del genoma di SARS-CoV-2, un processo che è in grado di identificare le principali differenze tra i genomi di diversi ceppi del virus e di predirne le possibili implicazioni funzionali”, afferma il pugliese Graziano Pesole del Cnr-Ibiom. “Lo strumento è stato sviluppato per incorporare la maggiore quantità di informazioni possibile e integra una serie di risorse e sistemi originali per l’annotazione del genoma. Allo stato attuale CorGAT è probabilmente il più aggiornato e accurato sistema per eseguire questo tipo di analisi”. (Rezarta Tahiraj)
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