Guido, ex assessore a Lecce. Finocchio, ex presidente del consiglio a Bari
Pasquale Finocchio e Andrea Guido sono i due politici pugliesi finiti agli arresti domiciliari per un'inchiesta giudiziaria anticamorra che al momento ha fatto 57 arresti. Tra gli indagati c'è anche il barese Roberto Falco, ex segretario di Forza Nuova. Guido, ex assessore a Lecce ai tempi dell'amministrazione Perrone e attualmente consigliere comunale di opposizione, è accusato di corruzione. Il suo partito, FdI, lo ha sospeso immediatamente.
Saverio Congedo e Antonio Mazzotta, coordinatori provinciale e comunale di FdI Lecce, hanno motivato in questo modo la decisione adottata di sospensione Guido: "nel confermare piena fiducia nella magistratura e nel suo operato, auspichiamo che si possa fare chiarezza in tempi brevi su questa vicenda giudiziaria e che Andrea Guido possa dimostrare la sua estraneità a qualsivoglia condotta illecita. Restando in attesa di possibili sviluppi e di meglio conoscere i termini dell'indagine, Fratelli d'Italia ha deciso di sospenderlo con effetto immediato dal Partito trasferendo contestualmente l'esame della sua posizione agli organi competenti nazionali".
L'ex consigliere comunale barese e vicepresidente del Consiglio comunale Pasquale Finocchio (ex Forza Italia poi passato al gruppo misto) è accusato di traffico di influenze. Proprio quando Finocchio era vicepresidente del Consiglio comunale di Bari, nel 2017, pare che egli, secondo l'accusa degli inquirenti, abbia avuto un ruolo da mediatore tra imprenditori inche avrebbe favorito il clan camorristico dei Moccia. Ad assisterlo in questa inchiesta è l'avvocato Roberto Eustachio Sisto il quale ha già fatto sapere che Finocchio "si professa assolutamente estraneo alle accuse e chiarirà con la massima serenità ogni aspetto della vicenda al più presto nel corso dell'interrogatorio".
Per gli inquirenti napoletani il barese Falco avrebbe, con Finocchio, favorito "l’espansione imprenditoriale in territorio pugliese dell’azienda Soloil Italia”.
Guido invece, tra aprile e agosto del 2017, è accusato di aver ricevuto "indebitamente" 2mila e 500 euro, come anticipo di un importo complessivo pari a 5mila euro da Mario Salierno, Giuseppe D'Elia e Francesco Di Sarno. Quest'ultimo è ritenuto dagli inquirenti il braccio economico del clan Moccia. (Rezarta Tahiraj)
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