Dom24112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Femminicidio nel Brindisino. La donna uccisa poco distante dall'azienda in cui lavorava

L'ha uccisa con due fucilate poi è andato a chiudersi in casa dove è stato trovato impiccato. Questo in sintesi il dramma della gelosia si è consumato nel comune di Villa Castelli, nel Brindisino, questa mattina. La vittima è una donna di 47 anni, Giuseppina Fumarola, che si stata recando a lavoro in una piccola azienda di confezionamento tessuti. Ad ucciderla è stato il suo ex compagno, Vito Sussa, 52 anni, che non aveva accettato la fine della loro relazione. La donna aveva avuto 2 figli da una precedente convivenza: una ragazza di 27 anni e un maschio di 21 anni. Le fucilate hanno ferito la vittima ad un braccio e al petto. Quando i carabinieri sono entrati in casa dell'assassino, in via Alessandro Volta, hanno trovato l'uomo impiccato e perquisendo l'abitazione hanno trovato oltre all'arma dell'omicidio anche altri due fucili da caccia e due pistole. Tutte le armi erano regolarmente detenute e denunciate.

Si sa con esattezza come è stato compiuto l'omicidio. Ogni momento di quella follia è stato ripreso infatti da una telecamera di videosorveglianza e il filmato è stato sequestrato e già visionato.

La casa di Sussa e il luogo dove è stata ammazzata Giuseppina distano 50 metri appena e con altri 50 metri circa si arriva all'azienda in cui lavorava la vittima, in via Galileo Galilei. Le fucilate sono state sentite forti, quindi, dalle colleghe di Giuseppina. Quando sono andate sul luogo della tragedia ed hanno visto il corpo sanguinante della loro collega e amica alcune sono svenute e altre sono state soccorse dai sanitari. Alcune di loro sapevano di quella relazione malata e ai carabinieri hanno detto che negli ultimi giorni Vito Sussa minacciava Giuseppina e che la loro amica era molto preoccupata anche se non aveva mai presentato denuncia alle forze dell'ordine per queste minacce.  

Per Giuseppina quell'azienda era una seconda famiglia, ci lavorava da 25 anni e le confidenze con le colleghe erano quasi inevitabili. Tutti sapevano tutto ma nessuno poteva immaginare che quella relazione amorosa finisse in questo modo: con un omicidio e un suicidio. (Rezarta Tahiraj)