In Puglia legge regionale per la legalità
L’assessore alle Politiche Giovanili, Cittadinanza Sociale e Legalità Guglielmo Minervini e il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola hanno presentato ieri lo schema di disegno di legge regionale su Legalità, Memoria e Impegno.
Alla presentazione hanno partecipato anche Tonio Dell’Olio, responsabile del settore internazionale di Libera e Mimmo Stufano, coordinatore regionale di Avviso Pubblico.
“Questa legge – ha confermato Minervini – arriva dopo un lungo percorso di promozione della legalità per rendere stabili e sistematiche le scelte innovative per la tutela della legalità. Siamo consapevoli del periodo per così dire “effervescente” che la Puglia sta attraversando: si pensi ai picchi criminali-mafiosi in Capitanata e soprattutto nella città di Foggia, con la riorganizzazione di gruppi criminali a Brindisi e nell’arco ionico – si pensi all’ultimo attentato al sindaco Consales. Si pensi al periodo di recrudescenza della criminalità organizzata a Bari e nel Barese. O alle forme di penetrazione criminale nell’economia legale a Lecce, con il business degli operatori balneari a rischio infiltrazione. Il crimine si riorganizza e innova, partendo dai traffici storici: con questa legge vogliano alimentare l’azione di contrasto giudiziario con quella sociale, con l’appoggio alla coscienza civile e alle vittime”. Attraverso questa legge, si intende “realizzare un sistema integrato di interventi per la diffusione della cultura della legalità e della pace, con particolare riferimento alle giovani generazioni, per la promozione dell’impegno contro ogni forma di criminalità e per il contrasto ad ogni fenomeno di infiltrazione del crimine organizzato nel tessuto sociale ed economico regionale”.
Tali fenomeni attraversano ancora molti ambiti della vita sociale e civile delle nostre comunità e costituiscono un freno alla crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva del nostro territorio. La crisi economica, la scarsità di risorse pubbliche e la crescente sfiducia verso le istituzioni rischiano di aggravare il problema, e di porre un limite all’efficacia di ogni strategia di ripresa. Oltre all’azione messa in atto dallo Stato centrale, la Regione è chiamata ad agire sugli “anticorpi sociali e culturali” presenti nelle nostre comunità, attraverso le leve a sua disposizione, come la promozione di politiche attive e generative per la Legalità.
Per contrastare questi fenomeni, e impedire che si radichino ancor di più in profondità, occorre partire dalla memoria – ovvero dalla consapevolezza di quello che è stato e dall’impegno perché non abbia a ripetersi – e fornire strumenti per un’attivazione concreta. Soprattutto delle giovani generazioni. Per questo, l’obiettivo della Legge è promuovere una vera e propria mobilitazione della cittadinanza attiva e degli attori sociali pubblici e privati nella lotta alle mafie e alla cultura dell’illegalità attraverso il sostegno a progetti e iniziative capaci di generare valore sociale ma anche occupazione ed economia legale.
Il testo si compone di 16 articoli che disciplinano l’intervento della Regione Puglia in 5 ambiti tematici: a) interventi per l’educazione, la formazione e la ricerca in materia di legalità; b) interventi di sostegno alla cittadinanza attiva e di promozione della legalità presso le imprese; c) interventi per la promozione di politiche locali per la legalità e il contrasto al crimine organizzato; d) interventi per la valorizzazione di beni immobili e aziende confiscati alla criminalità organizzata; e) interventi per il sostegno alle vittime di mafia, della criminalità organizzata, del terrorismo e del dovere. Tra le novità più importanti da segnalare: La promozione del rating di legalità per le imprese, recentemente introdotto con norma nazionale, a cui la legge affianca un analogo rating di legalità per gli enti locali; si tratta di premialità nell’accesso ai finanziamenti pubblici per incentivare le imprese ad operare nel rispetto dei principi di legalità e per valorizzare le migliori iniziative attuate dagli Enti Locali; l’istituzione di un fondo regionale per la valorizzazione dei beni e delle aziende confiscate alle organizzazioni criminali, e di altre azioni che consolidano l’esperienza maturata attraverso l’iniziativa regionale “Libera il Bene”; l’adozione di una disciplina organica in materia di protezione e sostegno ai familiari delle vittime della mafia, di cui fino ad oggi la Regione Puglia era priva. Inoltre, la legge prevede il sostegno alla Giornata della memoria e dell’impegno, promossa il 21 marzo di ogni anno dall’Associazione “Libera”, e l’obbligo di costituzione di parte civile della Regione Puglia nei processi di mafia. Il testo è il risultato di un lungo e appassionato lavoro preparatorio realizzato da un gruppo di 12 esperti, scelti tra giuristi, insegnanti, amministratori pubblici, operatori di cittadinanza attiva e imprenditori sociali impegnati nella promozione della cultura della legalità e nel riuso dei beni confiscati alle mafie.
Alla redazione del testo, insieme al personale del Servizio Politiche Giovanili e Cittadinanza Sociale, hanno partecipato: Pasquale Chieco (giurista), Alessandro Cobianchi (Libera Puglia), Nicola Colaianni (giurista), Monica Filograno (insegnante), Stefano Fumarulo (consulente commissione antimafia Camera dei Deputati), Michele Geronimo (Sindaco di Toritto), Alessandro Leo (Libera Terra Puglia), Daniela Marcone (Libera Puglia), Paolo Paticchio (Terra del Fuoco), Vincenzo Pugliese (coop. Altereco), Alessandro Tedesco (Libera Puglia) e Giancarlo Visitilli (scrittore e insegnante). Tutti i componenti del gruppo hanno partecipato a titolo gratuito.
Lo schema di disegno di legge sarà pubblicato online sul sito Liberailbene.regione.puglia.it fino al prossimo 17 novembre per raccogliere osservazioni e suggerimenti. Il testo definitivo sarà poi presentato alla Giunta Regionale e potrà iniziare l’iter in Consiglio Regionale, con l’obiettivo di arrivare all’approvazione entro la fine della legislatura.
Ed ecco come ha commentato il disegno di legge il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola: “Questo è un disegno di legge – ha dichiarato Vendola - che completa un lavoro che abbiamo fatto in questi dieci anni. La mia amministrazione non si è comportata come gli struzzi. Di fronte alla mafia, noi abbiamo parlato. C’è chi invece ha taciuto, c’è chi ha pensato che le mafie pugliesi fossero come un elemento del paesaggio, fossero un dato di folclore e non invece una ipoteca drammatica sulla vita e sulla democrazia. Noi abbiamo denunciato i clan, quelli di Foggia, e quelli del Gargano, quelli del salento, di Bari città e del Brindisino. Noi abbiamo parlato – ha continuato Vendola - abbiamo fatto un’opera di pulizia di quei luoghi, per esempio le case popolari, in cui le mafie mettevano i loro tentacoli. Abbiamo lottato contro l’abusivismo edilizio, chissà se questa parola in alcune realtà del Gargano ha un significato, perchè naturalmente la cultura della illegalità agevola la penetrazione della mafia. Oggi con questo disegno di legge completiamo il quadro, diamo un ristoro alle vittime di mafia e ai parenti delle vittime di mafia e lavoriamo soprattutto sulla formazione delle giovani generazioni la cui coscienza civica può essere la più formidabile barriera contro la penetrazione delle mafie”.
Per Vendola “occorre costruire i percorsi sociali che rendono conveniente la legalità e sconveniente l’illegalità. Abbattere un abuso significa determinare un danno in chi invece produceva ricchezza con l’illegalità”.
“Noi dobbiamo sapere – ha concluso il Presidente Vendola - che la mafia si combatte facendo avanzare la cultura dei diritti. Qui si chiude la conferenza stampa ma si apre un discorso molto più ampio. Se non torna il diritto al lavoro, il diritto ai diritti fondamentali come il fondamento di una cultura della legalità, noi avremmo fatto soltanto degli spot”.
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