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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

A Bari e Brindisi inchieste giudiziarie su traghetto in fiamme

Sono due, al momento, le inchieste giudiziarie ufficialmente aperte per il disastro del traghetto italiano Norman Atlantic. Sono già al lavoro le Procure di Bari e Brindisi. Nel capoluogo pugliese l'inchiesta riguarda le cause dell'incendio e forse anche sulle operazioni di soccorso. Ad esempio potrebbero essere accertate le motivazioni tecniche che hanno portato a optare per il trasferimento nei porti pugliesi sia degli naufraghi che del traghetto incendiato piuttosto delle più vicine coste albanese, in particolare di Valona. Quest'ultima è una questione sollevata soprattutto dalle autorità greche. 

L'altra inchiesta, quella avviata dalla Procura di Brindisi, è un atto dovuto considerato che proprio nel porto brindisino è arrivata la salma della prima vittima dell'incendio: un uomo di nazionalità greca che viaggiava con la moglie ricoverata da ieri all'ospedale di Galatina. Il cadavere è ora nell'obitorio dell'ospedale di Brindisi in attesa dell'identificazione. E' per questo che è partito dalla Grecia diretto a Brindisi il presunto figlio della vittima. Inchiesta brindisina è affidata al sostituto procuratore Valeria Farina Valaori. Le ipotesi di reato per entrambe le inchieste potrebbero essere naufragio colposo e omicidio composo a carico di ignoti.

Una delle prime polemiche su questa tragedia del traghetto riguarda l'ispezione che aveva accertato il malfunzionamento di una porta tagliafuoco. Carlo Visentini, armatore del traghetto in fiamme e amministratore delegato della Visentini Group corre a ripari precisando che “sì è vero che nel corso dei controlli era stato riscontrato un lieve malfunzionamento" ma che questo inconveniente era stato "immediatamente eliminato". E poi sul “Norman Atlantic vi sono un totale di 160 fra porte e aperture tagliafuoco e solo la numero 112 del ponte 5 non era in quel momento perfettamente funzionante". Norman Atlantic, però, ha potuto riprendere la navigazione proprio perché – secondo l'armatore – le autorità del porto di Patrasso "hanno confermato lo stato di piena funzionalità della nave" in quando era stato ripristinato il funzionamento anche di quella porta tagliafuoco difettosa.  (P.G.)