Sottosegretario Bellanova con la scorta dopo minacce per jobs act
La scorta non la voleva proprio Teresa Bellanova, pugliese, sottosegretario di Stato del Governo Renzi con delega al Lavoro. E' stato Renzi a comunicarle che quella decisione andava accettata necessariamente per non sottovalutare le minacce ricevute in riferimento alla riforma jobs act a cui Bellanova sta dedicando particolare impegno.
“Non mi fermerò davanti a niente – dichiara Bellanova – e porterò fino in fondo le responsabilità della delega che mi è stata assegnata. Nessuna minaccia mi fermerà. Non sono un’incosciente, ma sono determinata a portare avanti ciò che ho cominciato, con il massimo rigore e con serenità”.
Certo i toni delle polemiche sulla riforma jobs act sono stati aspri e in alcuni casi anche violenti. Ben altra cosa rispetto al dialogo tra le parti che, a parole, tutti auspicavano. Su questo Bellanova, nata a Ceglie Messapica (Brindisi) e residente a Lecce, ha una risposta pronta: “Non voglio criminalizzare nessuno, ma trovo che oggi sia essenziale veicolare messaggi rigorosi, con linguaggio appropriato. La riforma, del resto, è stata soltanto avviata: bisognerà fare i decreti attuativi, semplificare le procedure. Ci aspetta ancora molto lavoro, in un clima che risente anche di situazioni antiche lasciate incancrenire”.
Non sono state rese note le modalità con cui l'esponete di governo abbia ricevuto le minacce, di certo, come lei stessa ha dichiarato, "continuerà a lavorare con lo stesso impegno".
Va ricordato che Bellanova, ex sindacalista CGIL, al terzo mandato parlamentare, segue questioni particolarmente "calde", ricche di forti tensioni, come le numerose vertenze di lavoro (anche il caso Meridiana) oltre al Jobs Act. (M.V.)
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