Omofobia non a casa mia e neppure a Bari
Sono circa quaranta le realtà che hanno contribuito a dar vita al programma di eventi Omofobia. Non a casa mia, organizzato dall'assessorato al Welfare e dal tavolo LGBTQI del Comune di Bari per contrastare ogni forma di discriminazione.
I dettagli delle iniziative sono stati illustrati questa mattina, a Palazzo di Città, dall'assessora al Welfare Francesca Bottalico, dalla garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza del Consiglio regionale Rosy Paparella, dai rappresentanti del tavolo LGBTQI Matteo Nigri e Pasqua Manfredi, dalla presidente della commissione comunale per le Pari opportunità Alessandra Anaclerio e da alcuni referenti della rete Generareculturenonviolente, che ha partecipato all'organizzazione degli eventi.
In occasione della giornata mondiale contro l'omo-transfobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio, da oggi al 25 maggio in tutti i quartieri di Bari si terranno diversi appuntamenti finalizzati a sensibilizzare la cittadinanza sull'educazione alle differenze e a promuovere una cultura finalmente rispettosa delle diversità, a partire dai luoghi dell'educazione.
Si tratta di un programma di venticinque eventi formativi ed informativi che, attraverso seminari di formazione, presentazione di libri, laboratori, flash mob e proiezioni cinematografiche, mirano a fornire strumenti e informazioni utili a combattere l'omo-transfobia e i pregiudizi che ne derivano.
"È un progetto che rientra in un percorso più ampio - ha dichiarato Francesca Bottalico - nato sia dalle iniziative della rete di Generareculturenonviolente sia dal lavoro svolto negli ultimi anni dal tavolo LGBTQI. Per oltre dieci giorni tantissime realtà locali si uniranno per diffondere una cultura non discriminatoria e lavorare su tanti target, dalla scuola ai luoghi di cura, passando dagli spazi pubblici, ma soprattutto per lanciare un messaggio chiaro ai cittadini attraverso diverse forme e linguaggi. Gli eventi sono anche un'occasione di formazione per operatori sociali, sanitari e in particolare della scuola, luogo da cui è necessario partire se intendiamo promuovere una condivisione di valori rispettosi delle differenze e del rispetto della dignità umana. È un lavoro lento ma è l'unica strada possibile per cambiare davvero la percezione comune".
Gli appuntamenti cominciano oggi con il seminario L'omotransfobia nei contesti educativi: Che fare?, organizzato dall'ufficio del garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza del Consiglio regionale e dall'associazione AGEDO Puglia.
"L'incontro di oggi - ha evidenziato Rosy Paparella - è un momento di formazione rivolto agli educatori del Comune di Bari, agli insegnanti e ai genitori. Crediamo sia fondamentale partire da coloro che si occupano di educazione e quindi intendiamo dar loro degli strumenti adatti ad attivare nuovi circuiti, anche perché c'è una grandissima richiesta in tal senso. I pregiudizi crescono in maniera più radicata se non li si affronta in giovane età, tanto che tra le forme di bullismo più frequenti c'è quella omotransfobica. Per questo bisogna avviare dei percorsi di sensibilizzazione lavorando con i ragazzi. Una città educante è un luogo che permette a tutti di vivere a proprio agio".
"Finora abbiamo lavorato all'interno della struttura comunale - hanno spiegato Matteo Nigri e Pasqua Manfredi - ma grazie alla collaborazione con l'assessorato al Welfare abbiamo cominciato anche sul territorio cittadino. Sabato presenteremo i dati del questionario effettuato tra i dipendenti comunali per verificare l'esistenza o meno di un qualsiasi grado di discriminazione legata all'orientamento sessuale. Un lavoro molto importante sia per tutelare chi lavora nell'amministrazione sia per evitare che l'amministrazione stessa adotti atti discriminatori".
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