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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Regione Puglia troppo lenta per i Diritti a scuola

“È necessario attivare il prima possibile i progetti regionali “Diritti a scuola”. I tempi burocratici della Regione mal si conciliano con quelli dei docenti, degli Ata (il personale tecnico e amministrativo) precari e degli studenti pugliesi che rischiano di vedersi ancora una volta slittare l’attivazione per motivi che nulla hanno a che fare con la scuola”. Lo afferma il consigliere regionale de La Puglia con Emiliano e presidente della VI Commissione Istruzione e Lavoro, Alfonso Pisicchio”
“La scuola - spiega - è uno dei capisaldi della società pugliese e non può più aspettare. I docenti precari delle seconde e terze gli Ata precari non possono più attendere. Loro che da troppo tempo sono messi ai margini della scuola, hanno bisogno dei Das, progetto premiato in Europa con i Regiostars 2015, per ritrovare la loro dignità di lavoratori dopo che la riforma la “Buona scuola” li ha completamente estromessi da ogni possibilità di un ruolo”.
“Ne hanno bisogno – aggiunge - le migliaia di alunni e studenti pugliesi che, con il progetto fiore all’occhiello per la Puglia e l’Europa, hanno ritrovato fiducia nella scuola con meno dispersione e abbandono. Ne hanno bisogno le famiglie pugliesi che negli anni, con i Das, hanno visto sensibilmente migliorato sia l’apprendimento sia lo spirito di integrazione. Continuare a posticipare il bando, vuol dire costringere le scuole a non scegliere di attivare i “Diritti a scuola” per questo anno scolastico, perché il ritardo attuale permetterebbe di iniziare i Das non prima della seconda metà di marzo e dunque in pieno secondo quadrimestre, rendendo inefficace ogni contributo didattico e formativo dei docenti e Ata ingaggiati per la settima edizione dei progetti “Diritti a scuola”.
“I Das sono la nostra forza, sono la nostra risposta alle esigenze della società. Un progetto partito dai bisogni della scuola e dei ragazzi che non può essere rallentato per intoppi nell’amministrazione regionale che nulla hanno a che vedere con le esigenze delle persone”.   

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