Gio21112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Arcivescovo Santoro e le speranze di coniugare a Taranto il diritto al lavoro e la tutela ambientale

Tanti i temi trattati dall'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro in occasione della festività del Natale, aspetti religosi ma anche il'invito per l'impegno a saper coniugare le necessità della tutela dell'ambiente e la il diritto al lavoro. Di seguito il testo integrale del messaggio inviato dall'arcivescovo Santoro.

Carissimi Fratelli e Sorelle,
giunga a ciascuno l’invito alla gioia che ci viene dal Vangelo nel Tempo del Natale, una gioia che siamo invitati a riconoscere e a ricercare anche se nelle circostanze in cui ci troviamo può sembrare la cosa meno credibile. Il Bambinello ci scomoda, disorienta e cambia la lettura della storia, imprime un movimento nuovo alle nostre azioni e ci fa volgere verso ciò che gli uomini scartano, che non notano nemmeno.
In ciascuno di noi c’è una domanda, un grido, un’attesa di giustizia, di verità, di bellezza, di amore. Ecco perché il Natale è la festa del bambino e del povero, del debole, di coloro che attendono il dono e volentieri lo condividono. Il Centro di accoglienza notturna “San Cataldo Vescovo” è un segno dell’amore gratuito del Signore sorto dal contributo di tutta la nostra diocesi per i senza tetto che sono simili a Gesù, per il quale non c’era posto, che non aveva una casa dove poter nascere.

Riscopriamo innanzitutto la presenza del Bambino e con lui il valore della solidarietà, della gratuità nei confronti di chi ha bisogno, del nostro prossimo. Facciamoci coinvolgere senza paura dal prossimo bisognoso, prendiamoci cura dei nostri poveri e di quelli arrivati dopo aver attraversato il mare.
Come si è fatto presente nel bambino di Betlemme così il Signore si fa presente nel fragile segno dei suoi, di quelli che lo seguono, della comunità cristiana.
La nostra missione consiste nel rendere testimonianza al Signore, nel comunicare a tutti che Lui è venuto, che ci ha accolti e ci spalanca il cuore all’accoglienza.

Il cristiano, non è migliore degli altri; è colui che ha ricevuto il compito di comunicare agli altri con i fatti l’annuncio, la gioia del Natale. Perciò il nostro compito è testimoniare la nuova dignità dei figli di Dio nella custodia dell’ambiente, della casa comune nella difesa di un lavoro degno, particolarmente per i giovani.
Il nuovo anno, ancora una volta è gravido di grandi sfide che devono diventare opportunità. Tutti abbiamo la responsabilità di profondere ogni sforzo perché finalmente si possano concretizzare le aspettative per un ambiente salubre dove si possano crescere i figli senza temere per la salute e l’incognita di non riuscire a garantire loro il giusto sostentamento: questo chiedono le persone che vengono a chiedermi conforto.
Per non abbandonarci al facile lamento riconosciamo però anche i segni di speranza. In quest’ultimo periodo ci sono state nella città di Taranto diverse inaugurazioni di opere, ne cito solamente alcune come il restauro dell’Ospedale Vecchio nell’antico convento di Santa Chiara per un Centro avanzato per la cura della Salute mentale; il restauro del Convento di Sant’Antonio per la Sopraintendenza ai beni ambientali, archeologici e culturali; l’apertura nell’Ospedale SS. Annunziata dell’Oncoematologia Pediatrica con i contributi e l’iniziativa della gente comune, di tanti cittadini. Anche l’arcidiocesi ha inaugurato opere importanti come il Centro di accoglienza notturna per senza tetto, il recupero e il restauro di un intero immobile adibito a casa parrocchiale della Cattedrale, la riapertura entro Pasqua della storica Chiesa della Madonna della Salute sempre in Città vecchia. E poi vorrei citare un’opera di cui poco si parla che è la costruzione del “Nuovo Ospedale San Cataldo” di Taranto per il quale è quasi completa la progettazione e che entro il 2018 vedrà l’inizio dei lavori di costruzione con la posa della prima pietra. Sarà l’opera pubblica più importante di Taranto, ospedale tra i più grandi e moderni d’Italia, che risponderà al bisogno di vita e di salute che sono le prime criticità della nostra terra. Dalle informazioni che ricevo questo treno è partito bene e la Città non se ne è accorta, mentre si concentra sui treni ormai fermi.
Sono fatti positivi che ci fanno ben sperare e ci fanno lottare perché il negativo non avanzi e ci vinca. Guardiamo al futuro con la fiducia scaturita dalla nostra fede e dal lavoro di tante persone di buona volontà, e preghiamo affinché i prossimi impegni istituzionali, i tavoli ai quali si discuterà di Taranto, vedano le autorità coinvolte e finalmente unite per il bene comune. Abbiamo bisogno di un percorso fruttuoso che persegua la custodia del Creato, la conservazione della salute, del lavoro e della dignità del nostro popolo.
Siamo tutti impegnati per (ri)costruire una città che sia in grado di trattenere i suoi ragazzi e le sue ragazze, che dia loro la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e di concorrere al suo sviluppo.
Natale non viene per mettere tra parentesi i problemi e le sfide, il Natale del Vangelo non è di ovatta e belle parole. La vicenda della famiglia Nazareth in cui un altisonante decreto di Cesare Augusto, padrone del mondo di allora, non si accorge e non si cura di due sposi che aspettano un bambino e non hanno dove andare. La storia di Gesù è vera, come quella delle nostre famiglie, dei nostri bambini, dei precari come Giuseppe, delle donne colpite nel momento di maggiore fragilità come quello di quando si diventa mamme. Ai tempi di Gesù il popolo d’Israele sembrava soccombere sotto il piede dell’occupatore romano. Chissà quante volte i contemporanei di Maria e Giuseppe, come noi a Taranto avranno pensato: «qui non cambierà mai niente, siamo condannati ad un futuro di schiavitù». Invece no, lontano dal clamore nasceva l’autore stesso della vita e non lo sapevano. Noi invece lo sappiamo, Dio ci è vicino, a modo suo, non con clamore, ma proprio qui il Verbo si fa carne.
Cari amici ostinatevi con me alla speranza, ostinatevi per i vostri figli, non rassegnatevi, abbiate coraggio perché a partire da Betlemme e dagli ultimi il mondo può cambiare perché la vita è più forte.
Accogliamo il dono di Dio che ci viene incontro, comunichiamolo pieni di fiducia intorno a noi
A tutti un Natale di rinascita con la benedizione del Signore!

+ Filippo Santoro

Arcivescovo

 

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