Mar03122024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Bernardo Bertolucci accolto al Bif&st 2018 con standing ovation

Standing ovation al Teatro Petruzzelli per Bernardo Bertolucci che al  ha tenuto una Masterclass ed ha ricevuto il premio “Federico Fellini Platinum Award”.

Bertolucci a Bari ha assistito all’anteprima internazionale della versione restaurata di “Ultimo tango a Parigi” da parte del Centro Sperimentale di Cinematografia, con la consulenza di Vittorio Storaro per la fotografia e di Federico Savina per il suono. Il regista premio Oscar ha speigato a Bari perchè per quel film scelse Marlon Brando: “dopo i rifiuti di Jean-Louis Trintignant, che non voleva recitare nudo, di Jean Paul Belmondo che considerava il film pornografico e poi di Alain Delon, che avrebbe accettato solo a costo di esserne anche il produttore, ciò che avrebbe provocato un conflitto di interessi per me inaccettabile. Quando qualcuno, una sera a cena a Piazza Navona, mi fece il nome di Brando trovammo il modo di rintracciarlo e farlo venire per due o tre giorni a Parigi. Il primo incontro avvenne in un hotel, io ero molto intimidito da lui ma riuscii a raccontargli la trama in un minuto e mezzo, con il mio inglese allora improbabile. Lui rimase in silenzio, guardando in basso e senza mai alzare gli occhi. Poi mi disse che stava cercando di capire quando avrei finito di muovere il piede per il nervosismo. Gli feci vedere Il conformista, gli piacque e mi disse di trascorrere un mese a Los Angeles per discuterne con calma. Quando arrivai in città, mi venne a prendere in albergo e mi portò a casa sua in Mulholland Drive dove sarei poi tornato tutti i giorni, parlando di tutto tranne che di Ultimo tango. Ma ero contento perché avevo capito che non c’era pregiudizio da parte sua nei miei confronti e nei confronti del film”.

Un altro capolavoro più volte rievocato nel corso della Masterclass da Bernardo Bertolucci è stato “L’ultimo imperatore” che nel 1988 conquistò ben nove Oscar. “Sono stato molto orgoglioso di aver portato una grande troupe internazionale nell’allora inaccessibile Città Proibita. Il film fu una specie di scommessa, un kolossal con tutti attori pressoché sconosciuti, perlopiù cinesi a parte Peter O’ Toole. La Rai sembrava interessata a produrlo ma poi dissero: ‘ma il pubblico saprà distinguere sul piccolo schermo un cinese da un altro?’. Fortuna che poi il produttore Jeremy Thomas riuscì a trovare i finanziamenti.”

Bertolucci, sulla Notte degli Oscar, ha detto che era tutto straordinario: “mi sembrava un luna park, un circo cui prendevano parte anche tutti i miei collaboratori che vedevo premiati sul palco uno dopo l’altro. Quasi non ci credevamo. Ricordo anche quando nel mio discorso di ringraziamento equiparai Los Angeles a un grande capezzolo, ‘The Big Nipple’ dissi pensando a come New York fosse definita ’The Big Apple’. Ci fu un silenzio assoluto da parte del pubblico americano, notoriamente puritano. Ma il giorno dopo, mentre ero in taxi, sentii alla radio un disc-jockey che diceva di stare trasmettendo da ‘The Big Nipple’”!

 

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