Nota di S.E. Mons. Giuseppe Satriano Arcivescovo di Bari-Bitonto riguardo la sospensione della pubblicazione della "Gazzetta del Mezzogiorno"
Ci manca. Possiamo dirlo, senza tema di smentita: La Gazzetta del Mezzogiorno ci manca.
A una settimana dalla sospensione della pubblicazione, per motivi peraltro che prescindono dalla crisi che attanaglia il mondo dell’editoria, abbiamo già la conferma: l’assenza dalle edicole del giornale di Puglia e Basilicata rappresenta un danno per questi nostri territori. Non mancano le informazioni, grazie a tutti gli altri giornali e ai vari media disponibili, ma manca lo specchio del territorio, l’antenna storica e identitaria locale.
La settimana appena trascorsa è stata densa di eventi internazionali con ricadute anche locali. Pensiamo ai successi olimpici di atleti nati e cresciuti in questa terra spesso avara di soddisfazioni; oppure pensiamo all’anniversario dello sbarco degli albanesi a Bari nel ’91; o ancora al riconoscimento turistico-culturale delle bellezze della Puglia come “regione più bella del mondo” da parte del National Geographic; oppure agli incendi che hanno devastato le aree boschive dell’alta Murgia con ripercussioni sensibili per l’ambiente. Di tutto questo non resterà traccia nella testimonianza quotidiana del giornale locale che neppure le due guerre mondiali impedirono di stampare. Di tutti gli eventi sappiamo tutto, grazie ai vari mezzi di comunicazione disponibili, ma non avremo mai riscontro attraverso un baluardo, un simbolo del territorio, quale lo storico quotidiano locale.
La sospensione della pubblicazione della Gazzetta sta creando un buco nella memoria storica della nostra comunità: un danno di cui potremo avere contezza solo nel tempo. Per questo, nel manifestare la nostra vicinanza ai giornalisti e a tutto il personale dipendente, facciamo appello a chi ha il potere di intervenire e risolvere il problema, perché si faccia presto.
Con la Gazzetta del Mezzogiorno e l’interruzione dell’annuale rassegna della Fiera del Levante, rinviata al prossimo anno, registriamo la mancanza di pilastri fondamentali per la nostra Città e per il nostro Sud. Tutto questo deve farci riflettere e, se da un lato manifestiamo come Chiesa vicinanza a chi si ritrova senza un lavoro, dall’altro lanciamo un appello affinché, lontani da ogni retorica, si ponga attenzione al bene comune da parte di tutte le forze istituzionali, sociali e culturali. Questo nostro Sud, merita maggiore attenzione e lungimiranza nelle scelte, troppo spesso affrettate e miopi, merita il coraggio di chi, a braccia aperte e con cuore generoso, sappia investire sul futuro, sulla speranza evitando logiche personalistiche e fallimentari.
don Giuseppe
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