Dom24112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Dubbi e polemiche su scuola islamica da aprire nel Leccese

Non accennano a fermarsi le polemiche, sempre più roventi, in merito all'ipotesi di fare aprire nel Leccese una università islamica. Tanti dubbi non solo sull'opportunità di questa iniziativa culturale e sulle eventuali ricadute per il territorio. Sull'argomento interviene ora anche il Consigliere regionale e  Coordinatore Provinciale NCD di  Lecce, Andrea Caroppo, che ha diffuso la seguente dichiarazione:
“Quale rappresentante dei cittadini salentini tutti, ritengo di dover intervenire nell’interessante e quanto mai opportuno dibattito sorto attorno alla paventata progettazione di una ‘università islamica’ a Lecce per affermare una premessa ed evidenziare due esigenze.
La premessa consiste nell’affermare senza riserva la necessità di tenere fermi ed anzi tutelare, nei confronti di tutti i cittadini, i principi costituzionali della libertà di iniziativa, economia e della libertà religiosa, che non possono mai essere messi in discussione.
Ciò posto, però, vanno rivendicate con forza due esigenze.
In primo luogo occorre chiarezza e trasparenza sulla ‘identità’ dei fondi esteri islamici che per conto di tale ‘Confederazione delle imprese mediterranee’ sarebbero pronti ad investire decine di milioni di euro nell’iniziativa.
Com’è noto l’islam è un universo estremamente variegato, segnato da reali differenze e divergenze, all’interno del quale alcuni gruppi - come sta avvenendo, ad esempio, in Iraq con il califfato di Abū Bakr al-Baghdādī - propongono un’interpretazione estrema e ultra-fondamentalista del Corano che sostiene la necessità della propagazione della fede in armi con conseguente persecuzioni dei fedeli di altre religioni, compresi gli stessi musulmani. E, del resto, nel mondo è già avvenuto che luoghi qualificati come ‘centri culturali’ di fatto siano serviti a questi gruppi per fare propaganda e arruolare nelle proprie file personale paramilitare.
Per questo, senza alcuna ostilità pregiudiziale verso l’iniziativa, vi è assoluta esigenza di conoscere chi ci sia dietro questi cospicui investimenti.
In secondo luogo, proprio in vista del raggiungimento di una pacifica e proficua convivenza e integrazione, occorre sin da subito chiedere ed evitare che questa ‘università islamica’ sia l’ennesimo momento di autoesclusione della comunità islamica.
In questi anni, infatti, stiamo assistendo al fallimento dei due modelli di integrazione principalmente adottati in Europa, quello assimilazionista (Francia) e quello multiculturalista (Gran Bretagna), poiché le comunità islamiche tendono ovunque ad isolarsi dotandosi delle proprie scuole, dei propri cimiteri, dei propri ospedali, delle proprie macellerie, ecc… Poiché come italiani ed anche come salentini da sempre riteniamo - e lo dimostriamo con i fatti - che distinguere le persone in base al proprio orientamento religioso indebolisce la capacità inclusiva della società, occorre scongiurare il pericolo che mentre a Lecce si lavora e si investono risorse per l’inclusione, altri investano per la segregazione”.  

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