Questione meridionale: Emiliano ne ha parlato al presidente Mattarella
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano è intervenuto all'udienza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Conferenza delle regioni e delle province autonome, oggi presso il palazzo del Quirinale. Proprio al presidente Emiliano è stato chiesto di formulare un intervento di saluto al Capo dello Stato, insieme ai presidenti Sergio Chiamparino, Debora Serracchiani e Roberto Maroni. Di seguito il suo discorso: "Signor Presidente della Repubblica Grande è la nostra soddisfazione per la sua elezione a Capo dello Stato. Lei rappresenta l'unità della nazione e con la sua storia personale anche l'aspirazione delle genti del sud a contribuire al progresso del Paese. Non nascondiamo limiti e contraddizioni che finora hanno impedito il superamento della questione meridionale, per responsabilità che non possiamo certo scaricare solo su altri. Siamo però consapevoli che senza il nostro contributo è impossibile che l'Italia ritorni a crescere, a progredire a custodire la propria cultura e la propria bellezza trasmettendola alle future generazioni. L'identità stessa dell'Italia contiene quella del Mezzogiorno e l'intera umanità non saprebbe immaginare il nostro paese senza le ricchezze che il sud vanta come proprio orgoglio. Ma tanti sono i pericoli cui siamo esposti, alcuni dei quali richiedono per essere fronteggiati l'impegno dell'intera comunità nazionale. La prima minaccia è costituita dalla presenza su tutto il territorio nazionale di potenti organizzazioni mafiose che alterano la concorrenza, scoraggiano gli investimenti esteri e frustrano la determinazione delle nostre imprese. La nostra principale forza è nei giovani che si laureano nelle università del Mezzogiorno e che nonostante le classifiche di merito degli atenei si dimostrano sempre all'altezza delle aspettative, purtroppo spesso costretti ad emigrare pur di lavorare. Sembra inimmaginabile che si possa scandire la carriera dei giovani del sud pregiudicandoli a causa di una inadempienza costituzionale che non consente loro parità nell'accesso al diritto allo studio. Signor presidente rinnoviamo dunque nelle sue mani il giuramento di fedeltà alla Repubblica consapevoli che non si tratta solo di una formula solenne, ma di un impegno che deve caratterizzare ogni nostra azione. Siamo spesso causa dei nostri mali ma siamo anche l'unica volontà per estirparli. L'Italia continui ad avere fiducia in noi".
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