Cosa deve fare BCC di Canosa e Loconia dopo ultimatum della Banca d’Italia
Banca credito cooperativo di Canosa e Loconia rischia il commissariamento. La Banca d’Italia è stata chiara nel lanciare il suo “ultimatum”: Bcc di Canosa deve fondersi con altri istituti di credito. Inoltr,e gli amministratori che sono stati in carica nell’ultimo quinquennio dovrebbero fare un passo indietro. La linea gestionale, insomma, deve cambiare prospettiva.
Enzo Princigalli, era il presidente dell’istituto di credito e a marzo si dimise dopo la bocciatura del suo progetto di fusione con la Banca di Castellana. Il 6 settembre la banca carosina riunirà in assemblea di suoi 2200 soci per eleggere il nuovo presidente. Chiunque esso sia dovrà necessariamente procedere al più presto ad un progetto di fusione bancaria.
Nel giugno 2015 dall’ispezione della Banca d’Italia emerse che «dalla fine del 2011 il portafoglio prestiti evidenzia una contrazione del volume complessivo dei crediti a clientela (-16% nel triennio 2012-2014) e una contestuale crescita delle partite deteriorate (nel medesimo periodo oltre il 60%). La Bcc ha registrato una crescita sostenuta della raccolta, realizzata tramite l’emissione di strumenti remunerati a tassi incoerenti con il rendimento medio dell’attivo, contribuendo a deprimere la capacità reddituale. In definitiva i conti del 2014 hanno chiuso in positivo solo per il rilevante contributo della negoziazione titoli (plusvalenze per 6,4 milioni, 60% del margine di intermediazione). Le previsioni per il 2015 «sono negative per euro 120mila”.
Non mancano ramanzine per il direttore generale. Gli ispettori della Banca d’Italia, infatti, hanno scritto nel verbale che “L’informativa fornita dal Direttore agli Organi aziendali è risultata inficiata da inadeguate valutazioni prospettiche degli equilibri economici-patrimoniali dell’Azienda, che hanno concorso a una non chiara percezione della precaria situazione tecnica.”.
Poi c’è da tener conto che due filiali su quattro operando in perdita e che è cresciuto il costo del personale: sono stati accertati dagli ispettori «promozioni e assegni ad personam con maggiori oneri annui per complessivi euro 412mila, di cui euro 80mila relativi all’aumento del compenso corrisposto al direttore generale pur in presenza di una sovradimensionata compagine del personale e di una elevata incidenza dei costi operativi”.
La banca carosina replica alle accuse contenute nel verbale ispettivo definendole “ingiuste”. In sostanza non terrebbero conto degli sforzi fatti per migliorare una situazione e in particolare per contrastare gli effetti della congiuntura economica. Si prenda ad esempio la questione del personale: c’è stata una serie di riduzioni del numero dei dipendenti; c’è stato, pertanto, un risparmio di circa 159mila euro.
Per Bcc la temporanea contrazione di redditività sarebbe conseguenza dell’altrettanto temporanea contrazione delle erogazioni e non – come invece sostenuto dagli ispettori di Banca d’Italia - delle “politiche di espansione della raccolta diretta”. Insomma, la banca pare consapevole della necessità di dover obbedire alla Banca d’Italia e di procedere, pertanto all’attuazione di un progetto di incorporazione della Bcc di Canosa-Loconia con altri istituti di credito ma la situazione è comunque quella di una banca solida. Valutazioni che furono espresse anche dall’ex presidente Princigalli il quale, dopo aver giustificato le proprie dimissioni con “motivi personali e professionali”, affermò pubblicamente “di aver chiuso una fase importante e proficua. Il bilancio è stato approvato all’unanimità con un utile di 3,6 milioni: è una banca solida, in grado di procedere - come altre Bcc stanno facendo su impulso di Bankitalia - a una aggregazione”.
A distanza di mesi la domanda è sempre la stessa: con chi e quando si procederà alla fusione con altre banche? (Rezarta Tahiraj)
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