I sindacati contro la vendita di Versalis. Per Cisal il potenziale acquirente "non dà alcuna garanzia sul futuro industriale e lavorativo a Brindisi".
“Lo Stato deve assumersi la responsabilità politica delle gravi conseguenze legate all’eventuale cessione di Versalis a Sk Capital. Se la trattativa con Eni andasse a buon fine, si aprirebbero scenari preoccupanti sul fronte del mantenimento del piano industriale già redatto, delle bonifiche dei siti inquinati e del futuro dei lavoratori dell’Azienda e dell’indotto”.
E’ quanto dichiara Francesco Cavallaro, Segretario Generale CISAL, dopo il confronto con Massimo Pagliara, responsabile della segreteria nazionale di FIALC CISAL. “Il fondo americano in predicato di divenire il nuovo azionista di controllo, legittimamente orientato al profitto, non dà alcuna garanzia sul futuro industriale e lavorativo di Versalis” precisa Cavallaro.
“Se Eni vuole cedere l’Azienda, il Governo, eventualmente con la Cassa Depositi e Prestiti, deve intervenire – a parere della CISAL - a sostegno di un settore tornato in attivo dopo 20 anni, almeno fino alla completa realizzazione del piano industriale 2015-2018”.
Sull'argomento era intervenuto a febbraio il segretario generale Uil Brindisi, Antonio Licchello. per chiedere al presidente della Puglia Michele Emiliano di farsi interprete con il Governo centrale della necessità di assumere con urgenza e determinazione ogni iniziativa necessaria per dare certezze e tranquillità ai lavoratori, salvaguardando sviluppo ed occupazione. Due lettere a due giorni di distanza, sempre ad Emiliano, su aspettative e risultati della riunione che svolta a Roma presso il Ministero dello sviluppo economico, presieduta dall'allora Ministro Guidi, per discutere sulla chimica italiana e sui progetti di ENI sulla controllata Versalis con la partecipazione dell’assessore Capone, insieme ai Presidenti delle regioni che ospitano impianti dell’azienda.
Licchello con quelle lettere evidenziò come il petrolchimico di Brindisi, “con significativi investimenti e grazie alla grande mobilitazione sociale degli anni passati ed al sacrificio dei lavoratori, abbia sviluppato in tutti questi anni la sua potenzialità produttiva e la sicurezza degli impianti. Siamo preoccupati – affermava Lichello - perché potrebbe essere l’ago della bilancia ad essere “sacrificato”, unico tra tutti (Versalis n.d.r.), per il definitivo esito dell’operazione (vendita al fondo investimento FK Capital)”.
Nella prima decade di marzo i sindacati confederati facevano sapere che non si sarebbe fermata “la lotta dei sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil per contrastare la cessione di Versalis, il “braccio chimico” di Eni, al fondo di investimenti americano “SK Capital”, una delle “operazioni industriali più oscure e incomprensibili degli ultimi anni, sia nella chimica che nell’intera filiera energetica nazionale del Gruppo Eni”.
Per i confederati “il silenzio del Governo e di Eni si è fatto via via sempre più imbarazzante”. Insomma, tutti i sindacati premono per avere garanzie sul futuro dell’occupazione e delle professionalità espresse dai lavoratori di Eni e Saipem e manifestano sempre più preoccupazione perle sorti del petrolchimico brindisino. (Giancarlo Vincitorio)
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