Stea. Uniti per far ripartire il comparto agricolo pugliese
“Le precocissime ciliegie del barese, l'allarme – poi parzialmente rientrato – della certificazione Inps che dimostri l'adesione alla ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’. E ancora, l'invasione di prodotti – olio e grano soprattutto – da mercati esteri difficilmente tracciabili, la questione della Xylella e gli eventi meteo sempre più estremi a fronte di un sistema irriguo obsoleto”. “Sono questi – denuncia il consigliere della Regione Puglia, Gianni Stea (gruppo Ap-Ncd) – alcuni dei mali che stanno colpendo duramente il comparto agricolo e dell'agroalimentare della nostra regione, con due conseguenze immediate: sempre meno agricoltura capace di fare rete e sempre meno persone, soprattutto tra i giovani, che decidono di intraprendere un mestiere anche duro, ma dalla tradizione antichissima e in grado – con presupposti diversi dagli attuali – di donare anche grandi gratificazioni”.
Da qui l'appello di Stea che si rivolge al presidente della Regione, Michele Emiliano, all'assessore Leo Di Gioia e alle organizzazioni di categoria, affinché proprio dalla Puglia possa partire il riscatto.
“Le capacità non ci mancano – aggiunge - sottolineando come il settore dell’agroalimentare, a prescindere dalle dimensioni dell’aziende, dovrebbe essere la naturale locomotiva dell’economia di molte regioni italiane e in particolare del nostro Mezzogiorno, dove poteva contare su un radicamento fortissimo sul territorio. Purtroppo politiche scellerate ed eventi imprevedibili stanno letteralmente spazzando via tale tradizione, alle prese tra l’altro con una serie di accise che ne rendono sempre più improbabile la sopravvivenza. Insomma è giunto il momento del Riscatto a difese delle aziende e dei livelli occupazionali. Gli agricoltori della Puglia non chiedono elemosine, non piangono in attesa di improbabili fondi pubblici, ma pretendono con la forza dell’unione di fare valere i propri diritti e di essere messi nelle condizioni di poter svolgere le proprie attività, di difendere le proprie campagne”.
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