Il divario di genere penalizza le donne sul lavoro in Puglia ma nello studio primeggiano
In Puglia solo il 40% dei posti di lavoro risulta occupato dalle donne. Il dato è un ufficialmente rilevabile da un report realizzato da ARTI, l'agenzia della Regione Puglia per la tecnologia e l'innovazione, in riferimento al problema occupazione nel confronto tra donne e uomini. Nel merito è intervenuto Sabino Porro, vice presidente di Acrep (Associazione per i diritti dei cittadini e la protezione dell'ambiente impegnata contro ogni forma di discriminazione) affermando che "questo divario di genere esistente in Puglia nei tassi di occupazione tra donne e uomini sono un indicatore rilevante non solo dell’iniquità di un sistema sociale, ma anche della fragilità di un sistema economico". Il fenomeno indagato da ARTI evidenzia che a livello regionale, nazionale ed europeo questo problema si è aggravato nel corso della pandemia. Quali sono le cause? Prima di tutto sono di carattere culturale. I dati statistici citati nel report di ARTI fotografano alcune caratteristiche del “gender employment gap” pugliese, in un confronto con altre realtà regionali e con la media italiana. Diversa è, invece, la situazione sul versante della formazione: in questo ambito la presenza delle studentesse è anzi in crescita, soprattutto nei cicli di istruzione superiore, dove è preponderante rispetto a quella dei colleghi di genere maschile. Nel dettaglio è da evidenziare che le donne rappresentano il 53,5% di tutto il corpo studentesco, con una prevalenza nei gradi di istruzione superiore non obbligatori per legge (lauree triennali, lauree magistrali, dottorati), in cui la percentuale femminile è del 51,6%.
Un focus è, infine, dedicato dal report di ARTI al mondo dell’imprenditoria e, in particolare, alle imprese innovative: qui sono ancora pochissime le donne in posizioni di vertice (tra gli amministratori e nella compagine proprietaria).
Come già fatto in passato per altri report quest'ultimo lavoro di ARTI si conclude con alcuni spunti per un rafforzamento delle politiche di genere, intese come prerequisiti per politiche di sviluppo non solo della società, ma anche e soprattutto del sistema economico. "C'è molto da fare - ha detto il vice presidente Porro di Acrep - nelle politiche sociali attive per annullare il divario di genere esistente". (Rezarta Tahiraj)
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