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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

A Brindisi anche il PNRR nazionale è diventato fonte di incertezze per la comunità

Dalla transizione ecologica al comparto aeronautico, all’edilizia, ai trasporti, al turismo e commercio, all’agro-alimentare. A Brindisi le situazioni sono stagnanti e registrano, purtroppo sempre più frequentemente il disinteresse della politica. Di questo si è discusso in una riunione con le categorie del settore industria e la partecipazione della segreteria regionale.

È stata l’occasione per fare il punto della situazione sulle numerose vertenze del territorio brindisino da tempo bloccate anche a livello regionale che, senza un urgente confronto a livello istituzionale, rischiano di continuare a provocare la perdita di ulteriori posti di lavoro.
Il tempo passa e la situazione continua ad aggravarsi ancora di più. Per questo la UIL ritiene che sia arrivato il momento di istituzionalizzare un percorso che porti alla nomina di un terzo Commissario o all’apertura di un tavolo di confronto a livello nazionale con la partecipazione delle Istituzioni regionali e territoriali.
Il sindacato si dichiara molto preoccupato dalla perseverante mancanza di governabilità sui processi della transizione energetica, su cui si sono accumulati intollerabili ritardi, in particolare nell’iter autorizzativo per la costruzione dell’impianto a turbo gas, necessario al mantenimento della rete elettrica nazionale, dell’occupazione diretta ed indiretta e dell’economia del territorio. Un caso concreto. La UIL, ad esempio, auspica che l’ENEL continui a partecipare alle aste per aggiudicarsi la continuità di produzione dell’energia elettrica a Brindisi.
Altra importante vertenza riguarda la cessione d’azienda della Sanofi Aventis nella costituenda new-co Euroapi, gruppo che punta ad essere protagonista mondiale del mercato dei principi attivi. Un passaggio che dovrebbe formalizzarsi intorno a ottobre, mentre sono ancora poco chiare le volontà di questa nuova compagine industriale a Brindisi. La UIL lamenta che "non si conosce ancora quali siano gli investimenti e le nuove produzioni che l’azienda intende trasferire in città per sostenere uno dei siti farmaceutici europei tecnologicamente più all’avanguardia".
Si aggiunge a questo scenario molto complesso l’erosione quotidiana del settore aeronautico-metalmeccanico dove in sette anni si sono persi 948 posti di lavoro nel settore. I numeri della crisi più di ogni altra valutazione sul tema, chiariscono la necessità e l’urgenza dell’articolato sistema di misure per far fronte a questa vertenza occupazionale che affligge il territorio brindisino.
Nel frattempo non si fermano licenziamenti e contrazioni di mercato: 42 licenziamenti alla Cmc di Carovigno, 81 della ex Gse ora Dcm, Dar (gruppo Dema) e la Processi Speciali di Brindisi con altri 20 esuberi, in attesa ancora di promesse e sostegni illusori.
Anche nel settore trasporti, ovviamente, l’accelerazione di tali involuzioni industriali sta generando perdite diffuse di posti di lavoro e soprattutto di non sostenibilità dei trasporti, viste le continue dismissioni di interi asset produttivi legati ai comparti.
Ed ancora, al netto di questa voragine industriale alimentata da una impalpabile politica locale e regionale come può Brindisi - si chiede la Uil - partecipare all’evoluzione del PNRR?
A parere della UIL a Brindisi "anche il PNRR nazionale è diventato fonte di incertezze per la comunità. Lo diciamo da sempre che è fondamentale la presenza di un terzo commissario governativo per riorganizzare interi pezzi dell’industria e del sistema economico di Brindisi e della sua provincia. Pertanto chiediamo che il processo di transizione sia anche attenzionato socialmente nella misura di scelte condivise di programmazione degli investimenti".
Il sindacato è convinto che i grandi processi di transizione hanno sempre portato benessere e vogliamo che anche questo in atto sia all’insegna di una nuova stagione di sviluppo per la comunità brindisina.
La conclusione della Uil: "siamo chiamati a dare un assetto stabile e continuo al sistema industriale nel suo complesso. Dobbiamo essere protagonisti della nuova “rivoluzione industriale” in cui non vogliamo che Brindisi e la sua provincia svolga, ancora una volta, una funzione subalterna". (Rezarta Tahiraj)