Ven22112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Raddoppio ferroviario alta velocità e la strozzatura pugliese

L'assessore regionale ai Trasporti della Regione Puglia interviene per sgombrare il campo dalle polemiche in merito al problema del raddoppio ferroviario ad alta velocità in Puglia. Ecco le sue precisazioni: "Si stanno susseguendo in questi ultimi giorni numerosi articoli di stampa che hanno ad oggetto la rete ferroviaria adriatica ed in particolare il diniego da parte dell’Unione Europea ad inserire nelle rete trans europea denominata TEN il tratto della linea adriatica da Ancona a Bari. Qualche imprecisione ed alcune incompletezze, rendono necessaria la presente comunicazione. Com’è noto la linea ferroviaria adriatica è una linea a doppio binario per tutta la sua estensione ad eccezione della tratta di circa 32 Km compresa tra Termoli e Lesina dove esiste solo un binario. Questa strozzatura è la causa principale per cui la dorsale adriatica non può essere attrezzata per svolgere le funzioni di rete ferroviaria ad alta capacità e cioè con la possibilità di elevate frequenze dei convogli che la percorrono.

Tale limite, è di tutta evidenza, si riflette negativamente sia sul trasporto passeggeri che su quello merci e, in quest’ultimo settore, paradossalmente proprio su quella rete che, con il completamento dell’allargamento della galleria di Cattolica, è l’unica in grado di trasportare i containers di grandi dimensioni che arrivano da tutto il mondo nei porti di Taranto, Gioia Tauro, etc… E’ solo il caso di rammentare il pressing continuo effettato a tutti i livelli istituzionali da parte della Regione Puglia perché si eliminasse tale collo di bottiglia, anche per le note prese di posizione da parte della Regione Molise che, di certo, non favorivano una celere soluzione della questione. Ad oggi il progetto per il raddoppio del binario è in attesa del parere favorevole da parte del CIPE ma questa è solo una tappa in un percorso che, per quanto riguarda il reperimento delle risorse per realizzarlo, è tutt’altro che sgombro da ostacoli. Il costo dell’intervento, originariamente quantificato in circa 550 milioni di euro, rischia di ammontare ad almeno 750 milioni per tenere conto delle modifiche richiesta dal Molise.

A fronte di tale notevole importo vi è, a tutt’oggi, la copertura solo per 106 milioni di euro stanziati nel 2012 per il lotto ricadente nel territorio pugliese. Poiché il programma della Commissione Europea Connecting Europe Facility(CEF) riserva oltre 25 miliardi di euro (all’interno del budget della programmazione comunitaria 2014-2020) al cofinanziamento delle reti TEN-T core, lo Stato italiano, anche su sollecitazione della Regione Puglia, ha chiesto alla Commissione, tra l’altro, che si potessero utilizzare i fondi del suddetto programma per la linea ferroviaria ed in particolare per ricucire la “ frattura” tra Ancona e Bari che, interrompe, dal lato adriatico, il Corridoio Scandinavo- Mediterraneo parte integrante della rete TEN – T core.Così evidentemente, si sarebbe trovata la soluzione anche al raddoppio tra Temoli e Lesina. La Commissione Europea non ha recepito l’istanza in quanto gli altri Paesi, ed in particolare la Germania, hanno ribadito che l’assetto dalla rete TEN.T, così come definito, non può essere al momento modificato con l’introduzione di ulteriori sezioni di rete. Peraltro, sempre a parere della Commissione, tali nuove sezioni, possono essere ammodernate attraverso il ricorso ad altre fonti di finanziamento specie se, non essendo rete core, costituiscono come nel caso della Ancona Bari parte della rete generale atta ad alimentare i corridoi e fondamentali per il trasporto di merci e passeggeri (rete comprehensive). La stessa Commissione, comunque, non preclude che ulteriori modifiche all’attuale assetto della rete TEN-T possano essere effettuate in fasi successive sempre però tenendo conto dei limiti temporali previsti dal programma CEF. E allora non bisogna arrendersi, bisogna insistere in tutte le sedi competenti perché i corridoi mediterranei TEN in Italia siano due e cioè quello adriatico oltre che quello tirrenico ma, soprattutto, bisogna individuare altri canali finanziari per il raddoppio della dorsale nel tratto oggi ad unico binario, magari inserendo questo intervento nella corposa richiesta che l’Italia ha presentato alla Commissione Europea nell’ambito del piano Junker, ovvero cogliendo tempestivamente ogni altra opportunità".