Il discorso di addio del governatore Vendola
Cita San Paolo il "rosso" Vendola per dire addio al governo della Puglia. Lui, che ha governato per ben dieci anni, questa regione ora parla del rapporto con il potere, la voglia di cambiamento, le difficoltà incontrate e gli ostacoli maggiori. “Io non sarei stato in grado di fare nulla - afferma Vendola - senza la relazione umana, con tutte le persone che mi sono state vicine. Il potere è una brutta bestia, ti può divorare l’anima. La relazione umana è l’antidoto fondamentale. Ogni giorno di questi dieci anni, ho cercato di ricordarmi che il potere bisogna attraversarlo, senza lasciarsi attraversare da lui. San Paolo diceva: ‘Bisogna saper stare nel potere, senza essere del potere’. E’ stata un’esperienza molto bella e anche molto dolorosa”.
Vendola, intervenendo nel corso della conferenza stampa di fine mandato, che si è svolta in Presidenza, insieme con tutti gli assessori regionali, ha utilizzato il "metodo Renzi" per spiegare il lavoro compiuto: "più di un’ora per raccontare, anche con immagini, video e schede, il cambiamento della Puglia nell’ultimo decennio di governo, per raccontare “ciò che eravamo e ciò che siamo”.
Esagera ma è pare convinto di ciò che dice quando afferma che prima di lui “la Puglia non c’era, era solo un concetto geografico sulla mappa non era neanche particolarmente attrattiva per gli italiani". Insomma da giorno in cui ha preso le redini del governo pugliesi oggi lo "stivale d'Italia" è "un brand di qualità. Prima parlare di Puglia significava parlare di un luogo che non evocava nessuna curiosità, di un luogo che semplicemente non c’era. Oggi in qualunque parte del mondo, la Puglia c’è. Viene considerata una meta di eccellenza. Questo vuol dire che abbiamo inventato la Puglia e di questo sono estremamente orgoglioso”.
Ma come sono stati questi dieci anni di governo Vendola. Lui dice come li ha vissuti: con "passione per il cambiamento, intervenendo sulle grandi fragilità della Regione Puglia. Prima fra tutte la fragilità ambientale, provando a recuperare territorio e ecosistemi secondo le regole della protezione del nostro patrimonio ambientale. Anche uscendo fuori dalla procedura di infrazione europea. Provando a far partire, a finanziare, sistematicamente l’agricoltura biologica contro l'abuso della chimica in agricoltura. Intervenendo con leggi di avanguardia contro l'inquinamento industriale".
Poi Vendola parla della questione che forse gli sta più a cuore: il welfare, la fragilità sociale. "Abbiamo dovuto reinventare - dichiara Vendola - un modello di servizi sociali, soprattutto di sostegno alle persone più deboli, alle persone che oggi devono lottare contro la povertà, devono vivere con grande difficoltà l'esercizio di diritti fondamentali, penso alle persone con disabilità.
Ma accanto alla fragilità sociale c'era anche quella economica e Vendola anche qui autoincensa il suo lavoro: "abbiamo provato a far vincere la Puglia che innova e che non ha paura della globalizzazione. E abbiamo aiutato nuove imprese a insediarsi. Abbiamo finanziato le start up giovanili, abbiamo aiutato la meccanica a strutturarsi come meccatronica. Abbiamo fatto nascere l’aerospazio e poi lo sguardo sempre sugli occhi dei giovani. La Puglia è la Regione dei Bollenti Spiriti, dei principi attivi, delle politiche pubbliche per il mondo giovanile che oggi vengono considerate buona pratiche in tutta Europa. Abbiamo fatto nascere in ogni città, in ogni Paese un fermento nuovo con i laboratori urbani, con la riqualificazione di una parte importante del patrimonio culturale della nostra regione. Credo che in ogni settore la Puglia, si sia distinta. La Puglia è l’unica regione che non è stata macchiata dalle indagini su rimborsopoli, che ha tutte le società partecipate della Regione in attivo, una Puglia che ha fatto uno sforzo grandioso di aiuto al sistema di imprese mettendo in campo in questi anni un miliardo di euro che hanno sviluppato 5 miliardi di euro di investimenti privati. Insomma abbiamo provato a fare la parte nostra. Credo - ha concluso - che lasciamo una buona eredità, sicuramente non abbiamo rubato, abbiamo moralizzato in tutti i settori della vita pubblica, sicuramente abbiamo obbedito alla nostra coscienza e al nostro dovere fondamentale, servire la nostra terra”.
Ma ora che il "condottiero" Vendola abbandona la postazione di comando cosa farà? Quale sarà il suo futuro. Continuerà a impegnarsi nella politica pugliese, resterà alla guida di SEL, penserà più a se stesso, dedicherà più tempo alla vita privata? “Il futuro? Sono questi due mesi nel quale sarò impegnatissimo a fare quello che è mio dovere fare" - risponde Vendola schivando furbescamente le domande.
Si ma poi? Dopo i due mesi di altro lavoro? “Dopo mi prenderò qualche giorno di riposo – dice Vendola - avrò il tempo per riorganizzare la mia vita. Spero di riprendere un rapporto positivo col sonno. L'obiettivo mio fondamentale è quello di recuperare la cosa che più mi è mancata in questo decennio: l’allegria. Voglio che mi restituiscano l’allegria perché un vivere spericolatamente significa vivere ogni giorno su tutte le frontiere, significa sentirsi responsabile di tutto, con dei giorni e delle notti che sono indimenticabili, come ad esempio i giorni e le notti delle stragi, dei fuochi sul Gargano o dell’alluvione sulle Murge, la strage di Castellaneta, sono giorni indimenticabili. Una cosa che voglio subito riprendere è la lettura”.
Nel bilancio delle cose fatte Vendola ha trovato il tempo per ricordare, giustamente, il suo primo Capo di Gabinetto, Danny Gadaleta: “un angelo custode che mi ha protetto. Dopo lui voglio ringraziare tutti i dipendenti della Regione il cui “lavoro è stato molto prezioso e leale”. Ringraziamenti anche per i componenti della sua squadra di governo prima di finire con un pensiero al suo successore: "rivolgo gli auguri più sinceri - ha detto Vendola - al prossimo governato “affinchè la Puglia migliore continui ad essere sempre non una bandiera, ma un biettivo da perseguire giorno dopo giorno”. (Rezarta Tahiraj)
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