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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Blasi polemizza con Emiliano: con la sagra per gli assessori hai offeso gli elettori

Il più votato consigliere regionale, Sergio Blasi, critica Michele Emiliano su modalità scelte per formare la Giunta regionale. Il salentino Blasi contesta il metodo scelto dal neo governatore della Puglia per scegliere gli assessori regionali. Le motivazioni della contestazione sono evidenziate in seguente intervento a firma di Blasi.

"Il tema non è che Sergio Blasi abbia perso una poltrona, pur essendo il più suffragato dagli elettori pugliesi. Il tema è che non si è voluto portare al governo le idee che hanno espresso le persone che hanno votato per me. Un’idea di sviluppo della Puglia, di cui mi sono fatto portavoce, dalla quale si è voluto decisamente scartare per intraprendere altre direzioni. E questo, da sostenitore di una Puglia solidale, creativa, sostenibile, che mi preoccupa. Perché il cambio di rotta è evidente.
Spero solo che Emiliano non vanifichi il lavoro straordinario fatto da Angela Barbanente in tema di tutela del territorio pugliese. Siamo la regione più cementificata d’Italia. Il fatto che la Barbanente non sia stata richiamata a continuare quel lavoro, che sottende una visione politica ben precisa, e cioè basta cemento inutile, no all’assalto alle coste, stop al consumo del territorio, è qualcosa che mi ha rammaricato.
Emiliano segna un cambio di paradigma. Non a caso Cultura e Turismo, deleghe che hanno avuto un’importanza tale da essere caratterizzanti dei governi di Vendola, e sulle quali abbiamo ottenuto ottimi risultati, sembrano aver perso centralità. Invece di indicare precise priorità, che a mio parere sono potenziare la rete di servizi pubblici e privati da associare alle ricchezze monumentali e culturali e i servizi al turismo, si sceglie di raccomandarsi alla Madonna. Beh, se il buongiorno si vede dal mattino. Così come chiamare alle Pari Opportunità il principale detrattore dell’emendamento sulla parità di genere, la dice lunga sulla consistenza reale delle preoccupazioni che Emiliano nutre sul tema, e anche sull'ipocrisia politica che ha caratterizzato la denuncia del voto sessista in Consiglio regionale e lo stesso  gioco di prestigio sulle quote rosa utilizzato per la formazione della giunta.
Con questa balzana idea della Sagra per la scelta degli assessori Emiliano ha offeso decine di migliaia di elettori pugliesi. E con il suo listino bloccato degli assessori da far votare agli iscritti alla Sagra, ha offeso lo stesso popolo delle Sagre, che per metà ha deciso di non prendere parte a quella che, giustamente, in queste ore, viene commentata come una farsa. Quel listino, infatti, è frutto della concertazione della giunta fatta da Emiliano con Ruggeri e Stefàno. Ai partecipanti alla Sagra, insomma, è stata rifilata una sòla. Perché poi non farli scegliere tra tutti gli eletti? Forse perché anche in quella consultazione poteva risultare il più votato qualche nome che non rientrava nei piani del presidente e degli altri politici con cui ha concordato la giunta. Ma, in ogni caso, questa specie di Truman show non è qualcosa in cui mi sarebbe interessato entrare.
Io penso che dietro la comunicazione ci debba essere la politica. E che la comunicazione politica per essere efficace deve nutrirsi di verità. Invece con lo stratagemma delle Sagre Emiliano ha fatto un continuo ricorso a bugie, che gli sono servite a travestire, maldestramente, di partecipazione un meccanismo di formazione della giunta che invece è vecchio come il cucco, perché frutto di due criteri precisi:  il manuale Cencelli e la fedeltà personale al capo. Ma è evidente che l’operazione non sia riuscita: basta leggere i commenti degli elettori indignati su Facebook o tenere conto di quel 50 per cento di iscritti alle sagre che hanno riconosciuto la presa in giro e hanno scelto di dissociarsene non votando.
Ma il capolavoro di Emiliano è stata la mossa di nominare le tre consigliere del movimento 5 stelle in giunta contro la loro volontà. Una operazione messa in atto al solo fine di guadagnarsi i titoli dei giornali nazionali per un giorno, a scapito di deleghe che rivestono un’importanza decisiva. L’agricoltura, legata molto all’emergenza Xylella, l’ambiente, legata ai problemi drammatici dell’Ilva e di Cerano, oltre che della Tap, il personale, legata all’efficienza della pubblica amministrazione regionale e al dramma dei tanti precari che lavorano in Regione. Tutto ciò è stato fatto diventare carne da propaganda personale di Emiliano. Questa non è politica, questo è semplicemente inaccettabile, ma non per me, ma per gli elettori che hanno votato Emiliano, aspettandosi soluzioni. Altrimenti avrebbero votato il Movimento 5 stelle.
Emiliano ha fatto una intera campagna elettorale parlando di Ilva, di Xylella, di Tap. E poi sceglie di tenere per sé la Sanità. Non vorrei che dopo le roboanti dichiarazioni, per esempio sulla Tap, su cui ha promesso di farsi in quattro per spostarne l’approdo da San Foca, questa operazione fosse il primo segnale di una ritirata su tutta la linea.
Noi abbiamo già pagato le conseguenze di un presidente appena rieletto che si è subito dedicato alla scalata della leadership nazionale. Sembra quasi che Puglia venga vissuta continuamente come un trampolino di lancio. Spero che Emiliano non commetta lo stesso errore. Spero che non interpreti il ruolo del saltimbanco che una ne pensa e cento ne fa sui social network, sui giornali, nelle tv nazionali, lasciando poi il governo reale della Regione nelle mani dei colonnelli. Noi non abbiamo voluto eleggere una celebrità di Twitter. Noi abbiamo votato per avere un Presidente. Quindi faccia quello ritiene sui media, ma non si dimentichi di governare e di farlo con un atteggiamento trasparente verso i cittadini pugliesi. Perché da questo verrà giudicato. Non sia anche lui strabico, con un occhio a Roma e uno in Puglia. Da questo genere di atteggiamento si finisce per uscirne male, e per perdere il consenso sia a Roma che a Bari".