il testo integrale della lettera scritta dal governatore della Puglia al presidente del Consiglio Renzi. In particolare viene chiesto conto sulla destinazione dei fondi di sviluppo e coesione destinati dalla legge al Sud ma che non risultano inseriti nei patti in via di sottoscrizione con la Puglia.
La Puglia chiede spiegazioni sulla destinazione dei fondi di sviluppo e coesione destinati dalla legge al Sud ma che non risultano inseriti nei patti in via di sottoscrizione con la Puglia. Questo è il testo integrale della lettera scritta da Emiliano e inviata al presidente del Consiglio Renzi.
“Signor Presidente del Consiglio, ritorno sul tema, già ampiamente dibattuto con il Sottosegretario De Vincenti, relativo al Masterplan per il Sud e, in particolare, al riparto delle risorse FSC 2014/2020. Come è noto, con l’articolo 1, comma 6, della legge di stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147), furono stanziate risorse complessive per il Fondo di Sviluppo e Coesione 2014/2020, pari ad a 54,8 miliardi di Euro, di cui l’80% destinato alle Regioni del Mezzogiorno.
Senza che ci venisse comunicato in maniera formale, sembra che la disponibilità complessiva, al netto di una serie di prelievi effettuati dal Governo, delle risorse FSC si sia ridotta ad Euro 38.8 miliardi, di cui l’80% sempre destinato al Mezzogiorno, ovvero 31.4 miliardi di Euro. Della suddetta dotazione, sempre in via presuntiva e senza alcuna comunicazione ufficiale, sembrerebbe che la quota spettante alle Regioni del Sud ammonti ad Euro 12.9 miliardi, pari al 41% dei 31.4 miliardi suindicati.
Tale ammontare così ridotto è stato destinato interamente al finanziamento del c.d. Patto per il Sud. Quindi, quest’ultimo, utilizza risorse già originariamente destinate alle Regioni del Sud ma per un importo significativamente inferiore a quello che avrebbe dovuto essere. Inoltre, lo strumento attuativo degli interventi previsti nel Patto è il Contratto Istituzionale di Sviluppo, uno strumento che, come è noto, è stato progettato per accelerare la spesa di risorse pubbliche, in situazioni di incapacità di spesa da parte degli enti attuatori.
La Puglia rappresenta invece, nel panorama delle regioni italiane, una sicura eccellenza nella capacità di utilizzo delle risorse pubbliche, avendo speso nella scorsa programmazione il 100% dei fondi FESR e, al netto della certificazione ancora in corso, circa il 100% anche del FSE.
Tanto lo strumento di attuazione del Patto, quanto, soprattutto, la dotazione finanziaria, appaiono quindi prive di giustificazione e lesive dei diritti della Puglia. Come le sarà stato certamente riferito, la Regione nel mese di Novembre 2015, ha inviato una dettagliatissima proposta di interventi, completi di schede progettuali, relativi al Patto per la Puglia, rispondendo, prontamente, alla prima richiesta pervenuta dal Governo. La suddetta proposta elencava interventi per circa 6 miliardi di Euro. All’invio della prima proposta, seguì un incontro interlocutorio con il Sottosegretario De Vincenti.
In tale occasione il sottoscritto chiarì che, una volta indicata da parte del Governo la dotazione disponibile, la Regione avrebbe provveduto a selezionare, nell’ambito degli interventi contenuti nella prima bozza, quelli ritenuti dalla stessa Regione prioritari. Inoltre, sempre nella riunione con il Sottosegretario De Vincenti, il sottoscritto ebbe modo di chiarire la contrarietà delle Regione rispetto allo schema di attuazione attraverso il Contratto Istituzionale di Sviluppo. Successivamente ci venne comunicato che l’impostazione del Piano per il Sud, prevedeva l’individuazione di un numero limitato di progetti per una dotazione finanziaria molto ridotta, ma ancora non quantificata.
Da quanto sopra emerge la necessità di comprendere in che modo una parte delle risorse destinate dall’FSC alle Regioni del Mezzogiorno siano state utilizzate in prededuzione e, conseguentemente sottratte alla disponibilità delle stesse Regioni. Le chiedo pertanto di voler fissare con urgenza un incontro per definire il Patto per la Puglia.
Ossequi, Michele Emiliano”.
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