Minervini. L'ennesima mutazione del PD pugliese
“Se due indizi non fanno una prova. Nel giorno in cui un pezzo di destra entra organicamente nella maggioranza del comune di Bari, a Molfetta il PD rompe il centrosinistra costringendo, per la seconda volta in un anno, il sindaco Natalicchio alle dimissioni.
E’ una pagina molto brutta, è l’ennesima avvisaglia della mutazione genetica di un PD che si allontana dalla sua originaria missione e si disconnette dai sentimenti e dalle aspettative di cambiamento del popolo del centrosinistra.”
Così in una nota il capogruppo di “Noi a Sinistra”, Guglielmo Minervini.
“Eppure – continua Minervini – speravamo che la Puglia volesse restare un laboratorio del cambiamento, un’oasi del centrosinistra buono, lontano mille miglia da quello che, nelle stesse ore, a Roma riceve con tutti gli onori Verdini e i suoi uomini, decretandone nei fatti l’ingresso organico nella maggioranza che sostiene il Governo Renzi.
Quanto è successo a Molfetta è molto grave, è un colpo e una ferita non solo per il centrosinistra, ma anche rispetto a una città che, non più di due e mezzo anni fa, era stata liberata da una politica opaca e rapace, portatrice degli interessi di pochi a discapito di quelli di un’intera città.
E invece anche qui – insiste Minervini – tutto suggerisce che fuori vanno i cittadini perbene, dentro i portatori interesse, fuori la politica che prova a interpretare le domande di cambiamento di una città, dentro quella che vive di accordi trasversali.
Il PD della Puglia ha pochi giorni adesso per dimostrare che due indizi non sono una prova. Per ricucire velocemente quanto accaduto. E per dimostrare che è ancora un Partito e non – come tutto sembra suggerire - un’accozzaglia di bande”.
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