M5S ritengono concreto il rischio che AQP possa triplicare il prezzo dell’acqua per gli agricoltori
E' stata depositata dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle una maxi interrogazione sulla rivoluzione del personale in atto in Acquedotto Pugliese SpA indirizzata al governatore della Puglia Michele Emiliano ed inviata in copia a tutti gli assessori regionali.
“Abbiamo saputo - commenta la consigliera Laricchia (M5S), prima firmataria dell’interrogazione - che il CdA di Acquedotto Pugliese avrebbe proseguito con l’autoassunzione di De Sanctis e con il posizionamento di quattro dirigenti nonostante i dubbi che abbiamo sollevato, facendosi scudo di un parere pro veritate di un avvocato esterno, l’ennesima consulenza affidata chissà quando e chissà a che prezzo. A questo punto diffidiamo la Giunta dal dare un parere positivo senza un parere preventivo dell’Avvocatura Regionale. Ci auguriamo che non si ripeta quanto accaduto in occasione della dismissione delle quote di Santa Cesarea Terme quando il parere richiesto ad Ugo Patroni Griffi è stato poi smentito dalla magistratura.”
Il dott. De Sanctis si era difeso menzionando come esempi le dirigenze e relativi compensi di grandi aziende multiutility come Hera, Acea e Iren, ma per i pentastellati non è che una “ammissione di intenti” verso un destino di privatizzazione. “Giustificare l’autoassunzione di De Sanctis facendo riferimento alle multiutility è assolutamente fuori luogo, anzi, rischia di apparire come una ennesima conferma della volontà di privatizzazione di AQP. Negli esempi citati da De Sanctis, infatti, c’è una partecipazione di privati, giustamente pronti a tutto pur di assicurarsi gli utili, compreso per esempio come accaduto in passato per Acea, l’aumento delle tariffe a carico dei cittadini al fine di compensare il mancato introito derivante da un eventuale risparmio della risorsa acqua.”
I cinquestelle proseguono chiamando in causa il Presidente Emiliano: “Inaccettabile il silenzio del presidente Emiliano: o ha scelto di dormire mentre ci svendono l’Acquedotto Pugliese oppure è complice. Nel primo caso ci auguriamo si svegli in tempo senza lasciare che si occupi di tutto soltanto il suo segretario generale, il dott. Venneri, che tra consulenze e OIV, già da alcuni anni ha a che fare con l’Acquedotto Pugliese. Tra qualche giorno faremo nomi e cognomi della piovra che si è formata in AQP solo nell’ultimo anno, finalizzata forse al disegno della sua privatizzazione.”
Ne è convinto anche il vicepresidente della Commissione sui Consorzi di Bonifica, Marco Galante (M5S) che già da tempo denuncia l’annosa questione della Legge di riforma dei consorzi che prevede la diminuzione del numero degli stessi, in controtendenza con ciò che è accaduto e accade tuttora nel resto del Paese, e lo scorporamento della gestione delle acque da quella delle bonifiche: “La proposta di legge di riforma sui Consorzi - dichiara Galante - è solo un tassello di un disegno più ampio su Aqp che se in un primo momento era occultato oggi è chiarissimo. In origine si parlava di una fantomatica agenzia a cui sarebbe stata affidata la gestione delle acque, ma oggi è palese la volontà di passare tale gestione in capo ad AqP. Una manovra – prosegue – che, permetterebbe all’Acquedotto Pugliese di impossessarsi delle dighe pur non assumendo alcuno dei dipendenti dei Consorzi e che soprattutto comporterebbe la triplicazione del prezzo dell’acqua per gli agricoltori. Tutto in un’ottica clientelare per non scontentare alcuni storici amici”.
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