Michele Emiliano grida allo scandalo delle Ferrovie Sud Est: poteva essere una strage
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano parla delle Ferrovie Sud-Est e grida allo scandalo dopo aver saputo dello scontro tra treni e dei passeggeri feriti nel Salento. "Mi auguro che gli sviluppi giudiziari possano accertare le responsabilità dei tanti che hanno spolpato una società (FSE, ndr) della quale è stato azionista unico per decenni il Governo della Repubblica italiana, ha oggi contribuito oggettivamente alla mancata realizzazione, anche su quel tratto ferroviario, di sistemi di sicurezza per i quali la Regione Puglia aveva già messo a disposizione delle Ferrovie Sud-Est il denaro necessario. Su questa questione chiedo che la Procura della Repubblica di Lecce indaghi sino in fondo perché non possiamo accettare che il Salento in particolare e la Puglia in generale rimangano strette in una morsa nella quale le difficoltà della mobilità incidono non solo sullo sviluppo del territorio ma anche sulla sicurezza dei cittadini.
Solo un miracolo oggi non ci consegna un bilancio grave e inaccettabile come quello del 12 luglio dell'anno scorso. Anche in quel caso la Regione Puglia aveva totalmente finanziato lavori di messa in sicurezza che avrebbero potuto evitare un bilancio così grave. La mia vicinanza e il mio pensiero in questo momento va ai passeggeri ed al personale di bordo delle Ferrovie Sud-Est oggi di proprietà dello Stato e gestita dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, che hanno subito l'incidente e patito lesioni. Dobbiamo registrare ancora una volta che le complesse vicende economiche, in questo caso di natura fallimentare e pre fallimentare, sono venute prima della sicurezza dei viaggiatori e del personale di bordo. In una normale situazione di dissesto aziendale può essere normale sospendere i pagamenti ad un fornitore, ma se quest'ultimo sta realizzando su una linea ferroviaria un lavoro di messa in sicurezza questa sospensione non può essere accettata ed a nulla vale in compenso il limite di velocità di 50 km orari imposto solo di recente dall'Agenzia nazionale per la Sicurezza ferroviaria. È assurdo che le Regioni italiane non abbiano alcun potere di vigilare ed eventualmente bloccare quelle linee ferroviarie che non risultino assolutamente sicure. Neanche la attribuzione all’ANSF della competenza sulla sicurezza delle linee ferroviarie regionali, ha risolto questo drammatico problema.
Le Regioni purtroppo ancora non hanno per legge organi tecnici idonei alla vigilanza delle linee e poteri di sospensione dell’esercizio in tutti i casi di mancanza di adeguate garanzie di sicurezza. Accentrare questi poteri e queste facoltà solo in capo ad organi statali centrali crea un ingorgo di pratiche e di verifiche che non contribuisce adeguatamente alla massima sicurezza del trasporto ferroviario regionale nonostante che il danaro necessario agli adeguamenti sia quasi esclusivamente di provenienza regionale”.
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