Xylella: il leader di Direzione Italia promuove importante iniziative per gli olivicoltori pugliesi
"Ritengo che sia arrivato il momento di fare chiarezza sulle responsabilità dell'emergenza Xylella - dichiara Raffaele Fitto, leader di Direzione Italia - che è diventata una tragedia per l’agricoltura pugliese, ma soprattutto salentina".
"Con il collega De Castro, abbiamo lavorato in modo molto positivo all’ipotesi del reimpianto e oggi siamo soddisfatti dei risultati ottenuti. Personalmente, però, sono consapevoleche non è la soluzione migliore,c he molte saranno le problematicheconnesse alle procedure, ma il ritardo accumulato non lascia molte vie di scampo sul piano della concretezza: il reimpianto resta l’unico mezzo che permette agli agricoltori di poter avviare da subito pratiche agricole, attraverso piante più tolleranti al batterio, per rimettere in moto l’attività. Lo slittamento di un mese non mette a repentaglio questo risultato, un mese in più serve al Comitato tecnico per alcune verifiche, necessarie – è bene che si sappia puntualizza Fitto - perché a Bruxelles c’è nei confronti della Regione Puglia un pregiudizio e una diffidenza che hanno ragion d’essere proprio per come è stata gestita l’emergenza in questi quattro anni".
Fitto invita poi all'analisi: cosa è successo e dove sono le pesanti responsabilità di quanto è accaduto? "Sul finire dell’estate di quattro anni fa dall’Osservatorio Fitopatologico Regionale - dice Fitto - partiva una mail con la quale per la prima volta si parlava di “disseccamento rapido degli olivi” in un uliveto di 8 ettari nel Sud Salento e veniva convocava un incontro urgente. Per la prima volta si fece riferimento alla presenza nel Sud Salento di un batterio di quarantena. I ricercatori dell’Università e del CRN di Bari ne erano certi: si trattava di un ceppo batterico di Xylella fastidiosa, capace di attaccare molti alberi, tra cui agrumi e ulivi (anche se non tutte le specie).
Il governo Vendola prima ed il governo di Michele Emiliano adesso hanno e stanno sottovalutando irresponsabilmente - afferma Fitto - ciò che stava e sta accadendo preferendo dare più ascolto a chi vagheggiava l’ipotesi di un complotto per desertificare il Salento per permettere il rimpianto di olivi transemici, anziché incentivare la ricerca e attivare un massiccio monitoraggio. Di fatto si è deciso di non intervenire e quindi il batterio è avanzato senza disturbo. Con la gestione Vendola le uniche risposte che furono date erano: non vi erano i fondi per affrontare le necessarie attività di monitoraggio, prelievo e analisi dei campioni. Ma il peggio doveva ancora arrivare".
Nell’aprile 2015 il candidato presidente alla Regione, Emiliano, tuonava che era in possesso della ricetta che avrebbe sconfitto la malattia degli ulivi. "Era un bluff - chiarisce Fitto - cioè l’inizio di tanti errori e di atti di irresponsabilità! Come prima cosa, Emiliano una volta eletto, in seguito all’indagine della Procura di Lecce (che di fatto ha bloccato l’attuazione del Piano Silletti), allontanò tutti i ricercatori che fino ad allora avevano lavorato. Fu l’inizio di una infinità di gravissimi errori: l’Osservatorio Fitosanitario Regionale è stato totalmente depotenziato e ignorato, privato di uomini e strumenti; ostinatamente non si è voluta per tempo avviare una concertazione con l’Unione Europea e il Ministero dell’Agricoltura, spesso per banali motivi politici di contrasto all’interno dello stesso Pd; si è accumulato un ritardo spaventoso nelle operazioni diù verifica e campionamento, solo di recente si è proceduto a delegare l’Arif; si è volutamente sconfessato l’operato dei ricercatori che già avevano risultati sulla Xylella per dare, invece, vita a un comitato di 60 saggi che non ha prodotto nulla; abbiamo assistito a un avvilente scontro per il riconoscimento dei poteri da concedere al commissario Silletti; il grido di allarme dei vivaisti, colpiti indirettamente, è rimasto inascoltato per anni; si è continuato a non effettuare controlli seri alle piante importate nella nostra regione, il cui controllo viene lasciato agli agricoltori e gli stessi vengono lasciati soli quando si verificano i danni (una problematica che non riguarda solo la xylella sugli olivi, ma anche la tristeza sugli agrumi); sono state stanziate risorse del tutto insufficienti per le fitopatie; è stata utilizzata solo poco più della metà dei dieci milioni di euro stanziati per il contenimento del batterio; sono stati spesi zero euro di quelli previsti per la misura 4.1 del PSR2014-2020".
"Ma emblematico dei ritardi della Regione Puglia e della responsabilità politica del suo attuale presidente- spiega Raffaele Fitto - è aver riapprovato solo il 4 settembre scorso, una legge arrivata in Consiglio il 29 marzo 2017 (la legge n.4) che doveva recepire la decisione di esecuzione dell’Ue del 18 maggio 2015 (n. 789), ma non avendolo fatto è stata osservata dal Governo nazionale e per questo è dovuta tornare in aula per l’approvazione. Altri 6 mesi persi che si vanno ad aggiungere ai due anni precedenti. Forse non è ancora chiaro che l’emergenza Xylella non è un dramma che riguarda l’olivicoltura salentina o pugliese. E’ la distruzione di un sistema economico-paesaggistico-agricolo- culturale che sta producendo e produrrà sempre di più una povertà che si ripercuoterà sulle incolpevoli future generazion".
Il leader di Direzione Italia conclude affermando che "dalle continue denunce fatte in questi quattro anni, ora si passerà ai fatti: nei prossimi giorni sarà organizzata un’importante iniziativa, da tenersi a Lecce, per fare il punto della situazione e al tempo stesso, in previsione della decisione dell’UE di autorizzare il reimpianto, iniziare a delineare un futuro dell’olivicoltura, ma in generale dell’agricoltura nel Salento".
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