Caudio Sergio è stato nominato commissario prefettizio per il Comune di Torchiarolo
Il Comune di Torchiarolo (Brindisi) è stato commissariato dal prefetto. Dopo gli arresti del sindaco Nicola Serinelli e del vicesindaco Maurizio Nicolardi, ci sono state inevitabili ripercussioni anche tra le forze politiiche. Accuse tra componenti della coalizione di maggioranza e le forze di opposizione e anche al loro interno. Quanto poi le dimissioni sono diventate sette su dodici allora è intervenuto il prefetto di Brindisi che ha decretato l'avvio della procedura di scioglimento del Consiglio Comunale. Ecco il testo ufficiale diramato dalla Prefettura: "Il Prefetto Dr. Valerio Valenti, a seguito delle dimissioni di sette consiglieri su dodici assegnati al Comune di Torchiarolo, ha avviato la procedura di scioglimento del medesimo consiglio comunale ai sensi dell’art. 141, comma 1, lett. b) n. 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 – Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Ricorrendo i presupposti previsti dal comma 7 del citato art. 141, con proprio provvedimento, in attesa del D.P.R. di scioglimento, ha sospeso lo stesso consesso e nominato il commissario prefettizio nella persona del Dr. Claudio Sergi.". Quest'ultimo è in servizio nella prefettura di Lecce.
Ora sarà certamente più facile per l'avvocato Carmelo Molfetta, che difende sia Serinelli che Nicolardi, ottenere la libertà per entrambi. Prima della decisione prefettizia le dimissioni rassegnate il 26 ottobre dal sindaco sarebbero potute essere revocate entro 20 giorni. Questa ipotesi è ora definitavamente decaduta perchè alle dimissioni di quattro consiglieri dell'opposizione si sono aggiunte quelle del vicesindaco e di un consigliere comunale di maggioranza. Complessivamente, quindi, come prevede la legge, almeno la metà più uno dei consiglieri comunali: sette su dodici.
Nel frattempo va evidenziato che ha ottenuto la libertà, per insussistenza dei gravi indizi, Michele Zaccaria, funzionario del Comune di Squinzano.
Resta irremovibile sulle proprie decisioni di non dimettersi invece l'altro sindaco coinvolto nell'inghiesta giudiziaria Hydra: Vitantonio Caliandro che, nonostante sia ancora agli arresti domiciliari, è ancora ufficilamente alla guida dell'Amministrazione comunale di Villa Castelli (Brindisi).
Va chiarito che i tre politici, Caliandro, Serinelli e Nicolardi, continuano a negare ogni addebito e professano la propria innocenza rispetto ai reati loro contestati dalla publica accusa.
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