Perché Azione di Calenda appoggia Scafarotto e fa guerra a Emiliano
A Carlo Calenda non è mai piaciuto Michele Emiliano. L'antipatia è reciproca e risale ai tempi in cui Calenda era ministro dello Sviluppo Economico. Ora che ha il suo partito chiamato Azione, dopo essere andato via dal PD, Calenda ha deciso di allearsi in Puglia con Renzi e di appoggiare il suo candidato presidente Ivan Scalfarotto nel tentativo di fare perdere Emiliano alle elezioni regionali di settembre.
Calenda contro Emiliano usa le parole come se fossero pietre: "Emiliano è pericoloso e opaco". Lo ha paragonato ad "un tegame con lo spezzatino, in cui ci puoi buttare dentro di tutto: fascisti, programmi anti-fascisti, pro Tap, no Tap". Poi come se volesse affondare il coltello per trasformare la ferita in un colpo mortale aggiunge che "Emiliano è tutto il peggio della politica".
Serve ancora dover spiegare cosa significhi ciò? "Emiliano è il peggior populista" e poi "è l'essenza della mancanza di serietà. Emiliano è capace di sostenere di essere l'erede dei partigiani e poi di allearsi con un sindaco fascista".
Emiliano quindi sa che da Renzi, Calenda ed Emma Bonino e i loro rispettivi partiti riceverà attacchi violenti: l'intento sarà demolire il governatore uscente per fare aumentare i consensi sul loro candidato presidente: Ivan Scalfarotto.
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