Insulti e polemiche in consiglio regionale tra Vendola e Forza Italia
Polemiche roventi sino agli insulti ieri in consiglio regionale tra Vendola e il gruppo di Forza Italia. Ora il gruppo politico chiede provvedimenti disciplinari nei confronti di Vendola o come minimo delle scuse dal Governatore della Puglia. Di seguito la lettera del capogruppo Pdl-FI, Ignazio Zullo al presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna
"Gent.mo Presidente Introna,
riteniamo che quanto accaduto ieri nell’aula del Consiglio Regionale non possa passare inosservato e debba essere oggetto di opportuni provvedimenti. Infatti, sono stati evidentemente lesi sia il rispetto dovuto alle istituzioni sia il pluralismo delle idee nell’ambito del confronto democratico. Il Gruppo di Forza Italia è stato offeso ed insultato per le nostre legittime posizioni in merito alla legge di stabilizzazione del personale regionale. Il Presidente Vendola ha usato toni francamente inaccettabili, apostrofando il nostro Gruppo con espressioni irripetibili, dose rincarata dall'assessore Caroli con gesti che esprimevano lo stesso triviale invito. Toni che non possono e non dovrebbero mai essere protagonisti del dibattito politico ancor più nei luoghi istituzionalmente più rappresentativi dei cittadini. Pertanto, le facciamo richiesta di convocazione dell’Ufficio di Presidenza per l’assunzione di provvedimenti conseguenti ai fatti incresciosissimi di cui sopra al fine di rasserenare il clima e renderlo favorevole per la produttività della politica. Certi del Suo accoglimento per ridare il dovuto lustro all’istituzione del Consiglio Regionale, Le porgiamo distinti saluti".
Sulla questione è intervenuto anche il vice presidente del Consiglio regionale ed esponente di Forza Italia Nino Marmo. Ecco le sue dichiarazioni: “Personalmente, non è un ‘vaffanculo’ che mi indigna, sebbene lesivo di un’istituzione come il Consiglio regionale. Quello che mi indigna è l’arroganza del potere di chi è impunibile. Se l’avessimo fatta noi una legge del genere, avremmo sentito il ‘tintinnio di manette’ e avremmo assistito ad una vera rivoluzione. Possiamo dire serenamente –aggiunge Marmo- e senza timore di smentite, che esiste una classe dirigente in questa Regione a cui tutto è concesso: dalla sanità all’Ilva, da via Pappacena a provvedimenti che, come quello sulle stabilizzazioni, ribaltano il quadro normativo eliminando quel principio di ingresso nelle pubbliche amministrazioni tramite concorso. Il ‘vaff’ di Vendola è odioso per questo, per quello che rivela: la certezza di poter fare qualsiasi cosa senza conseguenze, calpestando chi aveva il legittimo diritto di partecipare ad un concorso pubblico e calpestando pure l’affidamento ingenuo che i dipendenti precari hanno fatto su una legge che a breve sarà dichiarata incostituzionale. Vorrei che i pugliesi mandassero questa sinistra scaltra e sfrontata non ‘a quel paese’, ma semplicemente a casa –conclude l'esponente di Forza Italia- per ripristinare uno stato di diritto nella nostra povera e amata Puglia”.
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