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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Commenti negativi alla vittoria di Emiliano nelle primarie per la Regione

Non ci sono soltanto commenti positivi alla vittoria che Michele Emiliano ha conquistato nelle primarie in Puglia per la candidatura alla Presidenza della Regione. Ci sono anche tante critiche, ovviamente dall'opposto schieramento politico. Eccone alcuni esempi.

“Che le primarie del centrosinistra non siano state un esercizio di democrazia, ma una mera lotta di potere sulle macerie dell’era Vendola lo si è capito dalle baruffe interne allo schieramento e che hanno messo in serio pericolo lo svolgimento della consultazione a causa dell’isterico litigio tra il Governato e Michele Emiliano.” Lo ha dichiarato il consigliere regionale di Forza Italia Luigi Mazzei.
“E con l’attaccamento al potere e l’ostentazione dei suoi benefici fa da pendant ciò che è successo – afferma Mazzei - nella giornata di ieri a Patù, allorquando, l’Ufficio Anagrafe della Casa Municipale è rimasto aperto per l’intera giornata con spreco di utenze pubbliche e risorse umane per non si capisce bene quale funzione. Anzi, a tal proposito, auspico l’intervento di chi è chiamato a fare chiarezza su tali episodi per capire bene l’eventuale nesso causale esistente tra l’apertura di quell’ufficio (in cui si ha accesso a dati sensibili dei cittadini) e l’abnorme percentuale di votanti che si è registrata in quella comunità salentina.
Di inaudita gravità è poi l’atteggiamento che gli amministratori di maggioranza hanno avuto nei confronti della consigliera di centrodestra, dott.ssa Cucinelli, che si opponeva all’arroganza con cui si provava a trasferire il seggio delle primarie addirittura nell’Aula Consiliare con una spocchia, mischiata al disprezzo della democrazia, che potrebbe rappresentare a tutti gli effetti un bruttissimo caso di scuola.
E del resto, i dati non entusiasmanti di queste primarie in cui il centrosinistra ha perso più di 60mila elettori rispetto alla precedente esperienza, testimoniano la bocciatura dei pugliesi dell’esperienza targata Sel-Pd, con una batosta sul consenso di Vendola che ha pagato Dario Stefàno, ma che ricade evidentemente sulle responsabilità del partito di Michele Emiliano che ha sempre sostenuto tutte le scelte del Presidente della Regione. Tutte, nessuna esclusa.
L’auspicio – conclude Mazzei - è che queste cadute di stile nel centrosinistra possano finire e che si ritorni ad un’idea più nobile della politica in cui il cittadino non è considerato soltanto un numero”.  

Per il Nuovo Centrodestra alla Regione Puglia è il capogruppo in Consiglio regionale Antonio Camporeale a commentare l'esito delle primarie del centrosinistra in Puglia.
“La vittoria di Michele Emiliano alle primarie del centrosinistra – dichiara Camporeale - era scontata, date le premesse, date le trame tessute dall’ex sindaco di Bari in ogni dove in particolare negli ultimi mesi, dato l’accordo con l’Udc ufficializzato alla vigilia dell’appuntamento decisivo all’insaputa dei suoi stessi alleati e compagni di partito. Scontata al punto che lo stesso Governatore uscente Nichi Vendola voleva fa saltare il banco, di fronte all’evidenza di una coalizione trasformata in un mero cartello elettorale, e una frattura così profonda e lacerante non si può certo ricomporre in poche ore, come si è voluto e si vorrà far credere nei prossimi mesi all’elettorato di riferimento, decisamente allargato grazie all’opera dell’Udc che si è dimostrata tutt’altro che marginale e ininfluente, alla luce anche dell’affluenza registrata e dei risultati sorprendenti in molti comuni a spiccata vocazione centrista.
I numeri e le percentuali finali, quindi, alimentano e aumentano  i dubbi della vigilia, e confermano la mutazione genetica in atto nel centrosinistra pugliese, che adesso dovrà pagare dazio alle tante promesse fatte in campagna elettorale da Emiliano e dovrà cercare improbabili elementi di unione e coesione tra i tanti nuovi arrivo provenienti dal centrodestra e l’ala sinistra della coalizione, che sosteneva la necessità di delimitare con chiarezza il perimetro, ma nulla ha potuto di fronte ai confini spazzati via da ambizioni e tentazioni. Una missione impossibile destinata al fallimento e all’inazione, come per qualsiasi cartello elettorale disomogeneo e tenuto insieme solo da convenienze, opportunismo e interessi, e non – conclude Camporeale - da programmi e comuni visioni e prospettive”.  

Il vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Marmo, consigliere regionale di Forza Italia ammette, invece, che il centrosinistra ha saputo portare alle primarie tantissima gente. Ecco il suo commento: "Chapeau alla sinistra per l'affluenza alle primarie. Non è facile, in un clima di anti politica come quello che stiamo vivendo, portare 140 mila persone a votare. Noi del centrodestra -aggiunge Marmo- dovremmo imparare qualcosa. Lo schieramento opposto ha dimostrato di saper fare politica e di saperla fare bene, almeno nella ricerca del consenso. Dovremmo avere uno scatto di consapevolezza e di orgoglio e cercare di correre ai ripari. Abbiamo ancora tempo per organizzarci e se portassimo anche solo 30 mila persone non ci sarebbe nulla di cui vergognarsi, essendo per noi la prima volta. Mi auguro che qualcuno, per amore della Politica e della Puglia, spinto da un pizzico di spirito di sopravvivenza, dia la parola al nostro popolo. Non è ancora troppo tardi – conclude Marmo- e il disastro politico-gestionale a firma del centrosinistra alla Regione Puglia ci richiama tutti ad una grande responsabilità: esperire ogni tentativo per combattere una battaglia che, chissà, potremmo rischiare anche di vincere".

Il vicepresidente vicario del gruppo Pdl/Forza Italia alla Regione Puglia Erio Congedo analizza il dato della partecipazione degli elettori delle primarie del centrosinistra a Lecce città e scorge un'altra significativa sconfitta delle forze di quello schieramento a livello cittadino.
“Senza senso dell’identità e dell’appartenenza, persino di empatia con la città e con i leccesi - dice Congedo - è chiaro che non si può evitare un progressivo allontanamento di elettori e militanti. In un contesto in cui in Puglia l’affluenza generale è considerata dalle segretarie regionali più che soddisfacente, il dato dei 2900 voti espressi a Lecce città è altamente significativo di uno scollamento tra il centrosinistra cittadino e la gente. Anche perché parliamo del 4% sul totale degli aventi diritto per un appuntamento certo non trascurabile dell’agenda politica pugliese. Credo che la storia di Lecce2019, giusto per utilizzare l’esempio più recente, abbia smascherato una sinistra molto ambigua sul tema e quindi che agisce solo per calcolo politico e non per l’interesse collettivo. Questo, ma anche molte altre carenze sul versante del confronto con i cittadini e della comprensione delle aspettative del tessuto della città - conclude Congedo - inevitabilmente si paga”.