Sab23112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Marmo. La riforma costituzionale azzera le Regioni

“La battaglia della Puglia contro le trivelle scaturisce dalla previsione del decreto Sblocca Italia di competenze non più regionali ma nazionali in materia, privando di fatto la Regione della facoltà di decidere a riguardo. E così, oggi la Puglia impugna il decreto dinanzi alla Consulta, ma allo stesso tempo nessuna Regione si è accorta della previsione, nel testo di riforma del Titolo V, di una norma che riduce l’ente Regione da ente legislativo ad amministrativo”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Marmo.
“Infatti – aggiunge - nella proposta all’esame del Parlamento, si tenta goffamente di riformare l’intero riparto delle competenze, prevedendo una dicotomia tra potestà esclusivamente statali ed altre esclusivamente regionali. Fin qui, nulla di rivoluzionario. Quello che, però, deve essere passato inosservato, è l’inserimento di una ‘clausola di supremazia’ che abilita lo Stato ad intervenire nelle materie riservate alle Regioni, scavalcandone tutte le prerogative. Possibilità ancorata ad alcuni criteri, come la prevalenza degli interessi statali in gioco anche nella produzione normativa locale. In tal caso, anche le trivelle, che costituiscono una questione anche nazionale (specie dal punto di vista economico). Dove sono le Regioni? Nessuna Giunta e nessun Consiglio si sono accorti di niente? Ebbene, perché se a Roma al centrosinistra va bene immaginare uno Stato interventista, anche in barba del principio di autonomia costituzionale, in Puglia reclamano attenzione ed esprimono soddisfazione per l’impugnazione dello Sblocca Italia! Un paradosso della Puglia che ha perso la bussola…”
“In sostanza, - conclude Marmo - la riforma costituzionale azzera le Regioni senza che alcuno protesti e senza che sia aperta una discussione pubblica sul regionalismo, i suoi demeriti, le sue inefficienze ed i suoi meriti, perché qualcuno lo avrà pur avuto!”.