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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Imprenditore con pistola barricato nell'Autorità portuale di Brindisi

Un noto imprenditore brindisino si è barricato nell'Autorità portuale di Brindisi dopo aver minacciato con due pistole sia il segretario generale che il presidente dell'Authority. La zona dove ha sede l'Autorità portuale è stata ben presto interdetta al traffico e vigilata con le armi da alcune pattuglie di polizia e carabinieri. L'imprenditore, probabilmente al culmine del suo stato confusionale, è stato colto da malore e così è stato possibile sia disarmarlo che trasportarlo d'urgenza in ospedale con un'ambulanza per i necessari controlli. Il presidente dell'Authority Iraklis Haralambides è ora in Questura dove sta fornendo la sua testimonianza in riferimento agli accadimenti.

L'attentatore è l'operatore marittimo Giuseppe Giurgola che ha estratto ben due pistole, da lui regolarmente detenute, ed ha deciso di restare negli uffici tenendo sotto minaccia il presidente dell'Ente e il segretario generale, l'ammiraglio Salvatore Giuffrè. L'uomo pare sia rimasto barricato con i due ostaggi una trentina di minuti. Poi provvidenziale nello scongiurare il rischio di un possibile epilogo in tragedia è stato il tentativo di convincimento fatto dal vice questore Salvatore De Paolis della polizia di frontiera. E' stato a questo punto che Giurgola, piangendo, gli ha consegnato le due pistole, un revolver e una semiautomatica, e si è arreso. In quei pochi istanti è stato colto da malore e si è reso necessario il trasferimento all'ospedale "Antonio Perrino" di Brindisi.

La motivazione del diverbio e del successivo raptus di follia compiuti dall'operatore marittimo sembrano riconducibili alla revoca per la sua azienda, la Bis Srl, delle attività di imbarco e sbarco trailer da parte dell'armatore Grimaldi. Per svolgere questo lavoro Giurgola aveva acquistato, di recente, due nuove trattrici del costo complessivo di circa mezzo milione di euro. 

Giurgola non ha avuto alcuna difficoltà a recarsi negli uffici di presidenza dell'Autorità portuale in quanto, come operatore marittimo ed ex componente del Comitato portuale è molto conosciuto in quegli uffici.

Ecco come si sono svolti i fatti. Giurgola è arrivato al front office dell'Ente dove ha chiesto di parlare con il presidente. La richiesta è stata comunicata alla responsabile dello staff di Presidenza, la dott.ssa Maria Di Filippo,  che gli è andato incontro e chiamandolo per nome, essendogli persona nota, lo ha invitato ad attendere perché avrebbe verificato la disponibilità del presidente. A questo punto Giurgola ha estratto da sotto la giacca una pistola, l'ha puntata contro la donna e le ha ordinato, in dialetto, di allontanarsi. Un istante dopo Giurgola era già nella stanza del presidente: Haralambides era a colloquio con il dott. Giuseppe Labbruzzo, responsabile del settore progetti comunitari. Quest'ultimo ha tentato di calmare l'imprenditore ma è stato strattonato dall'uomo armato e ormai in preda alla follia. In quegli stessi istanti Di Filippo è corsa a chiedere aiuto nella stanza accanto, cioè in quella dove c'è l'ammiraglio Giuffrè. Quest'ultimo senza esitazione è entrato nella stanza del presidente e lì è rimasto "intrappolato" dalla minaccia delle armi insieme ad Haralambides. (Mauro De Carlo)