Ven31012025

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Anche due suore tra i 10 arrestati per crac da 500 milioni alla Divina Provvidenza

Sono dieci gli arresti compiuti dalla guardia di finanza per il crac da 500 milioni ai danni delle case di cura della Divina Provvidenza gestite dalla Congregazione Ancelle Divina Provvidenza, con sedi a Bisceglie (Bat), Foggia e Potenza, oggi in amministrazione straordinaria ai sensi della legge Prodi bis.

Gli arresti, 3 in carcere e 7 ai domiciliari, sono stati eseguiti con un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Trani Rossella Volpe su richiesta del procuratore aggiunto di Trani, Francesco Giannella, e del Sostituto procuratore Silvia Curione.

Ecco i primi nomi degli arrestati: Dario Rizzi, di Torino, residente a Lucera, Antonio Battiante di Foggia, Rocco di Terlizzi di Bisceglie; ai domiciliari: la madre superiora Marcella Cesa e suor Assunta Puzzello di Cutrofiano (Lecce), Antonio Damascelli di Avellino, Adrijana Vasiljevic di Belgrado, Angelo Belsito di Bisceglie (ex presidente del Consiglio comunale), Augusto Toscani di Bari.

Tra gli indagati numerosi noti professionisti, ex dipendenti e politici di rilievo. Clamore sta suscitando anche la richiesta notificata al Senato per procedere all’arresto con i benefici dei domiciliari anche del senatore di Ap-Ncd Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Atti che giungeranno nella Giunta per le Immunità presieduta da Dario Stefàno, altro parlamentare pugliese.Azzolini è stato sindaco di Molfetta.

L’inchiesta giudiziaria è partita nel 2012. “Siamo stati tra le prime Autorità giudiziarie – ha detto in conferenza stampa il procuratore capo Carlo Maria Capristo - ad aver beneficiato del nuovo corso di trasparenza e collaborazione della Banca Vaticana voluto dal Santo Padre. Va pertanto riconosciuta la preziosa collaborazione fornita dallo IOR, nell’ambito delle rogatorie internazionali richieste da questa Autorità giudiziaria".

L’indagine, durata tre anni ed è stata articolata in numerosissime acquisizioni documentali, perquisizioni locali, accertamenti bancari, escussione di soggetti informati sui fatti, migliaia di intercettazioni telefoniche (tutte preziose nella ricostruzione dei fatti e delle responsabilità penali).

I finanzieri hanno sequestrato la somma di 32 milioni di euro circa e un immobile destinato a clinica privata a Guidonia (Roma) e appartenente all’ente ecclesiastico 'Casa di Procura Suore Ancelle della Divina Provvidenzà.
Secondo quanto risulterebbe dalle indagini il denaro e l’immobile sarebbero stati fittiziamente intestati ad altri enti ecclesiastici paralleli gestiti dalle suore della Congregazione, nel tentativo di sottrarsi ai creditori e quindi anche allo Stato. Dei 500 milioni di euro a cui ammonta il crac delle Case di cura, oltre 350 milioni di euro sarebbero debiti nei confronti dello Stato. (Rezarta Tahiraj)