Berlusconi testimone muto nel processo escort a Bari
Silvio Berlusconi, come preannunciato dai suoi legali, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'udienza odierna del cosiddetto processo 'escort'. Nel palazzo di giustizia di Bari è riuscito ad evitare curiosi e giornalisti che lo attendevano all'ingresso principale. Berlusconi è entrato in aula passando da un varco laterale.
In questo processo sono sette gli imputati: l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, suo fratello Claudio, Sabina Beganovic, le attrici Letizia Filippi e Francesca Lana, Pierluigi Faraone e Massimiliano Verdoscia. Quest'ultimi due sono amici e soci in affari di Tarantini. L'accusa è di associazione a delinquere per sfruttamento, favoreggiamento e induzione alla prostituzione in riferimento alle feste organizzate tra il 2008 e il 2009 nelle residenze dell’allora presidente del Consiglio.
Particolare curioso è che mentre Berlusconi attendeva in una sala di entrare nell'aula dell'udienza si sono avvicinate due donne (un avvocato e la sua cliente) che hanno chiesto di potersi fare fotografare con lui. Berlusconi ha acconsentito allontanandosi, per la circostanza, di qualche passo dai suoi avvocati difensori: Niccolò Ghedini e il pugliese Francesco Paolo Sisto.
In aula però niente foto e riprese video per Berlusconi proprio come da lui chiesto ed evidenziato dal presidente della Corte Luigi Forleo in apertura di udienza.
Una volta seduto, dinanzi al presidente Forleo e ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Bari, Berlusconi ha fornito le proprie generalità (nome, cognome e residenza) è poi ha aggiunto semplicemente "preferirei avvalermi della facoltà di non rispondere". La sua “comparsa” è durata meno di due minuti.
Due minuti costati cari come ha spiegato l’avvocato Francesco Paolo Sisto. "C'è stato un grosso dispendio di energie – ha detto il difensore di Berlusconi - per un gesto processuale di scarsa utilità, magari consentito sul piano formale ma del tutto inutile dal punto di vista sostanziale. Forse non era il caso di farlo venire apposta con rischi per la incolumità e la sicurezza".
Secondo l'accusa, Berlusconi, in concorso con l’ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola, avrebbe indotto Gianpaolo Tarantini a rendere dichiarazioni mendaci ai pm che indagavano sulle escort.
Oggi in udienza non era prevista solo la presenza di Berlusconi ma anche quella di Patrizia D’Addario, la grande accusatrice dell'ex premier. I due non si sono incontrati e D'Addario si è presa i meriti del mancato incontro. Ai giornalisti che l'attendevano all'ingresso del Tribunale ha ammesso di aver voluto evitare l'incontro: "Sono arrivata tardi apposta perché non volevo incontrarlo. La mia vita è stata rovinata e questo messaggio glielo invierò in una lettera. Avrei così tante cose da dirgli che preferisco non vederlo. Io sono l’unica ad aver subito in tutti questi anni.".
In lacrime D'Addario ha anche detto: "Io ho solo raccontato la verità rispondendo alle domande di magistrati e invece mi dipingono come la escort che lo ha inguaiato. Ne vogliono fare un santo con l’aureola. Questo non è giusto. Non sono una escort e ho sempre detto la verità".
Il processo riprende il 24 luglio. Quel giorno inizierà l'esame degli imputati. (Carmelo Molfetta)
- Dettagli