Omicizio Sarah Scazzi: Sabrina Misseri al processo come a un talk show
“Riconfermate la sentenza di primo grado” ha detto Nicodemo Gentile, difensore con Luigi Palmieri della famiglia Scazzi. rivolgendosi alla Corte d’appello d’assise di Taranto che oggi ha visto nuovamente in aula Cosima Serrano e Sabrina Misseri, le due imputate già condannate all'ergastolo per l'omicidio di Sarah Scazzi.
Se non lo farete – ha dichiarato l'avvocato Gentile - “commettere l’errore del secolo, di portata planetaria, sostenendo che ad uccidere la povera Sarah sia stato Michele Misseri".
In linea con la riconferma delle condanne di primo grado c'è stato l'intervento del procuratore generale Antonella Montanaro.
In aula c'era anche Michele Misseri, condannato in primo grado a 8 anni per soppressione del cadavere dell'allora quindicenne Sarah.
Gli altri imputati sono Carmine Misseri, fratello di Michele e zio di Sarah, condannato in primo grado a 6 anni per soppressione di cadavere; l’avvocato Vito Russo, ex legale di Sabrina (2 anni per favoreggiamento), Giuseppe Nigro, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano (pene comprese tra un anno e un anno e quattro mesi per favoreggiamento).
Riferendosi agli atteggiamenti dimostrati da Sabrina Misseri nelle varie fasi processuali Montanaro ha detto che "ridere all’infinito su una circostanza non dimostrata per farla passare come vera. Questa strategia può passare nel talk show, non qui".
Poi i dettagli dell'omicidio secondo la ricostruzione illustrata in aula da Montanaro. “Sarah fu uccisa tra le 14 e le 14.18 perché Sarah non risponde all’sms dell’amica Francesca Massari, non è in grado di farlo. Si verifica il sequestro, viene portata in casa e uccisa".
"Dalle perizie – ha detto Monatanaro – emerge che ci sono voluti dai tre ai cinque minuti per soffocarla con la cintura. L’ omicidio si è verificato subito dopo il sequestro in casa. Sapete che Michele Misseri non sa quale è l’arma del delitto, non sa con quale modalità è avvenuto. Sapete, dalla consulenza medico-legale, che ad ucciderla sono state due persone, madre e figlia. Nessuna ha svolto la funzione di mera favoreggiatrice. Cinque minuti sono interminabili: la volontà omicida è chiara perché Cosima avrebbe potuto dissuadere la figlia. C'è stato un concorso materiale, non morale, anche se sarebbe bastato quello morale. Una stringeva e l'altra soffocava, una la manteneva e l’altra stringeva".
La conclusione di Montanaro è una sola: "la Corte ha a disposizione una lunga serie di circostanze che consentono di confermare la sentenza di primo grado".
Nella replica l’avvocato Franco Coppi, uno dei difensori di Sabrina, ha contestato a Montanaro alcuni punti. “Non è vero – ha detto Coppi - che la difesa ha mai parlato di complotti ma di errori colossali su questa vicenda e non ha modificato la tesi dell’orario del delitto, perché la difesa ha sempre collocato l'omicidio tra le 14.28, perché parte uno squillo telefonico dal telefono di Sarah, e le 14.42". Minuti decisivi ma successivi a quelli ipotizzati dall'accusa. (Carmelo Molfetta)
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