Omicida sadico condannato a 20 anni di carcere
Condannato a 20 anni di carcere e 20 anni aveva la convivente, Ilaria Pagliarulo, che l’uomo ha ucciso sparandole due volte in 12 ore. Cosimo De Biaso, di 26 anni, con precedenti penali, ora conosce il suo destino: parte della sua vita la trascorrerà in prigione.
I fatti risalgono al settembre del 2013. La donna (residente a Statte come il suo compagno) era stata ferita una prima volta con un colpo di pistola alla schiena. Il proiettile le aveva forato un rene ma nonostante le atroci sofferenze decise di tacere, di restare a casa e di non farsi ricoverare in ospedale. L’uomo il mattino seguente, cioè 12 ore dopo, ha un altro raptus le ha sparato di nuovo, questa volta colpendola al torace. Morirà in ospedale una settimana dopo.
La convivenza tra i due era iniziata da appena un mese. De Biaso, come ha scritto il gip Pompeo Carriere nelle motivazioni dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per De Biaso, “ha dimostrato di essere soggetto portatore di una spiccatissima e assolutamente allarmante inclinazione alla violenza e di non avere scrupolo di utilizzare con disinvoltura armi da fuoco”. L’uomo, infatti, ha sparato anche un colpo di pistola, andato a vuoto, con l’intento di colpire l’automobile della madre della sua convivente, che stava seguendo l’ambulanza del 118; il mezzo stava portando in ospedale la donna ferita. Poteva esserci un’latra tragedia ma per fortuna le sirene delle pattuglie di carabinieri che stavano giungendo hanno indotto l’uomo a desistere e ad allontanarsi. De Biaso ha tentato anche un colpo da “commediante” quando i carabinieri sono riusciti ad arrestarlo al termine di un tentativo di fuga nei pressi della propria abitazione: ha cercato di indurre in errore i militari fornendo le generalità del proprio gemello.
L’uomo, al momento dell’arresto, è stato trovato in possesso di un revolver tipo scacciacani, modificato per l’impiego di proiettili calibro 22; nel tamburo vi erano 4 proiettili esplosi e 2 integri, nonché ulteriori 32 proiettili dello stesso calibro. In casa, invece, oltre a macchie di sangue, i militari hanno trovato un proiettile sempre calibro 22 e un bossolo dello stesso calibro.
Quel mese di convivenza per Ilaria Pagliarulo è stato un inferno: era vittima di maltrattamenti, angherie e percosse da parte del compagno. Episodi, però, mai denunciati. Ora il gup di Taranto, Vilma Gilli, nelle motivazioni della sentenza di condanna a 20 anni di reclusione ha scritto che De Biaso “sadicamente ha lasciato che la ragazza soffrisse fisicamente, non soccorrendola ed incutendole così tanto e tale timore di poter essere definitivamente uccisa che ella stessa con un proiettile in corpo, preferiva soffrire piuttosto che chiedere aiuto". "L'imputato - evidenzia il gup nelle motivazioni della sentenza – ha agito con l’intenzione di uccidere o anche solo di procurare serie lesioni, volendo procurare anche dolore fisico, tanto che, pur potendo alternativamente chiedere aiuto, e desistere dall’azione, o determinarne la morte con un secondo sparo definitivo, attendeva una notte intera prima di agire nuovamente".
La sentenza riconosce l’incapacità parziale di mente dell’uomo ma accoglie sostanzialmente la richiesta del pm di Taranto Remo Epifani che nel processo a rito abbreviato aveva chiesto una condanna a venti anni di reclusione e tre ulteriori anni di misura di sicurezza. Sentenza che, come è stato già annunciato dall’avvocato Maria Letizia Serra che assiste l'imputato, sarà portata in esame alla Corte d’Appello. (Rezarta Tahiraj)
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