Lun24022025

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Raffaele Fitto assolto: non ricevette alcuna tangente

Raffaele Fitto, leader dei “Conservatori e Riformisti” è stato assolto dalla Corte di Appello di Bari con la formula "perché il fatto non sussiste" in riferimento all’accusa di aver ricevuto un finanziamento illecito da 500 mila euro per il suo ex movimento politico "La Puglia Prima di Tutto". Non c’è stata nessuna tangente secondo quanto scritto nella sentenza dai giudici di secondo grado e quindi Fitto è stato assolto da quell’accusa infamante che lo ha perseguitato in questi anni. In applicazione della sentenza di primo grado, nel febbraio 2013, Fitto venne condannato e quel denaro fu sequestrato ma ora dovrà essere restituito al movimento politico.

Fu un mese terribile per Fitto quel febbraio perché la procura aveva anche chiesto alla Camera dei Deputati l'autorizzazione addirittura per il suo arresto. Autorizzazione che fu negata. In caso contrario la sua storia politica sarebbe naufragata per sempre: era stato condannato a 4 anni di reclusione per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e un episodio di abuso d'ufficio. Per l’accusa Fitto, all'epoca presidente della Regione Puglia, aveva ricevuto quel finanziamento “politico” in “contropartita” per un appalto da 198 milioni di euro per la gestione di undici residenze sanitarie assistite.

Eppure Fitto fece di tutto per dimostrare la sua innocenza. Ad esempio quando per due ore e un quarto rese dichiarazioni spontanee dinanzi ai giudici del tribunale di Bari. Con quelle dichiarazioni Fitto accusò la procura di aver “ignorato numerose intercettazioni telefoniche”, addirittura 40, che lo avrebbero scagionato «smentendo l’impianto accusatorio» per volerne utilizzare solo tre a suo sfavore. 

«Sulla base di quelle conversazioni – disse Fitto ai giudici del primo grado – l'accusa ha costruito il reato di associazione per delinquere e individuato in me il referente politico. Sono impegnato politicamente da tanti anni e l’essere stato individuato come componente di un’associazione per delinquere, successivamente come il ferente politico della stessa e avere imputazioni così gravi, è stato un grande problema personale, morale, di dignità e di credibilità della mia azione. Questa vicenda mi ha reso insicuro, incerto e mi ha mortificato nella mia dignità».

Ora, con la sentenza di assoluzione della Corte d’Appello, Raffaele Fitto è soddisfatto. A più di dieci anni dai fatti contestati - fra il 1999 e il 2005 – Fitto dichiara. “sì sono soddisfatto ma al tempo stesso anche molto amareggiato per tutti questi anni in cui sono stato costretto a difendere il mio onore. Il mio pensiero in questo momento va a coloro che, familiari e amici, non hanno mai dubitato della mia onestà”.

Per gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Luciano Ancora, che hanno difeso l’ex ministro, "tutte le illazioni, tutti i sospetti, tutte la mezze parole su Raffaele Fitto devono lasciare spazio a questa sentenza che ha avuto il coraggio, nonostante il reato fosse prescritto, di dichiararne la insussistenza". (Rezarta Tahiraj)