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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Per il Procuratore capo Cataldo Motta "l'Europa ha ricevuto una falsa interpretazione dei fatti sulla Xylella in Puglia"

L'inchiesta avviata dalla procura di Lecce cerca la verità sulle modalità di concessione e utilizzo dei finanziamenti pubblici contro l'infezione della Xylella e sull'efficacia degli espianti degli alberi d'ulivo nel Salento. Ma spinge le indagini nella direzione utile a verificare anche un'ipotesi accusatoria altrettanto grave e cioè che l'Europa abbia avuto dall'Italia una visione distorta della realtà tanto da fare scattare il contestato metodo dei tagli indiscriminati degli ulivi nel raggio di cento metri attorno all'albero contagiato.

Il procuratore capo Cataldo Motta, nell'incontrare i giornalisti dopo la notizia di ieri su quanti sono le persone indagate e sul sequestro cautelativo dei ulivi, ha detto che "l'Europa ha ricevuto una falsa interpretazione dei fatti sulla Xylella, così come realmente accaduto nel Salento”. E' stato esplicito il procuratore tanto da aggiungere che l'Europa “è stata tratta in errore da quanto rappresentato dalle istituzioni regionali con dati impropri. Motta ha spiegato "che non è stato accertato il nesso di causalità tra il complesso del disseccamento rapido degli ulivi e la Xylella Fastidiosa". Insomma, il contrario di tutto rispetto a quanto è alla base del cosiddetto Piano europeo per l'abbattimento degli ulivi che il commissario governativo Silletti stava realizzando cancellando, con escavatori e ruspe, molti ettari di uliveti. Motta dichiara infatti che le indagini hanno accertato al momento anche casi in cui "abbiamo trovato alberi non colpiti da disseccamento che sono però risultati positivi alla Xylella e alberi secchi che non sono invece risultati contagiati".

E poi c'è quel dubbio atroce anche sulla modalità di concessione e utilizzo dei finanziamenti pubblici. Una corsa è certa. Ora gli ulivi non possono essere estirpati perché ieri i magistrati Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci hanno firmato un decreto di sequestro d'urgenza (sono 58 pagine) di quegli alberi e hanno notificato a dieci persone, tra cui anche il commissario straordinario per l'emergenza Xylella, Giuseppe Silletti (comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato), che si indaga su di loro.

Oltre a Silletti risultano indagati Antonio Guario, 64 anni, (ex dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari), Giuseppe D’Onghia, 59 anni (dirigente del Servizio Agricoltura area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia), Silvio Schito, 59 anni (dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari), Giuseppe Blasi, 54 anni (capo dipartimento delle Politiche europee ed internazionali e dello Sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale), Nicola Vito Savino, 66 anni (docente universitario e direttore del centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo), Franco Nigro, 53 anni (micologo di Patologia vegetale dell’università di Bari), Donato Boscia, 58 anni (responsabile della sede operativa del Cnr dell’istituto per la Protezione sostenibile delle piante), Maria Saponari, 43 anni (ricercatrice del Cnr dell’istituto per la Protezione sostenibile delle piante) e Franco Valentini, 44 anni (ricercatore dello Iam di Valenzano).
Tutti sono inquisiti, a vario titolo, per violazioni colpose e dolose delle disposizioni ambientali, diffusione di una malattia delle piante, falso ideologico, turbativa violenta del possesso di cose immobili in merito all’obbligo delle eradicazioni, nonché deturpamento o distruzione di bellezze naturali. (Rezarta Tahiraj)