In 47 sono accusati di frode in commercio per aver utilizzato olio della Puglia e della Grecia per venderlo come IGP della Toscana
Sono indagati per frode in commercio e contraffazione di olio Igp ben 47 tra imprenditori e società. Secondo l'accusa olio pugliese veniva utilizzato per essere rivenduto come extravergine di oliva Igp della Toscana. Stessa sorte anche per olio proveniente dalla Grecia. L'inchiesta è condotta dal Corpo Forestale dello Stato che, utilizzando circa un centinaio di agenti, ha scoperto il “miracoloso ingranaggio” ed ha sequestrato circa 200 quintali di olio mentre a 47 commercianti e titolari di frantoi sono state notificate altrettante informazioni di garanzia per i reati di frode in commercio e contraffazione di olio Igp. Sottoposti a perquisizioni e sequestro aziende e imprenditori di Foggia e soprattutto della Toscana operanti nel settore agroalimentare: Grosseto, Firenze, Arezzo e Siena.
La procura di Grosseto ha reso noto che il sequestro e le informazioni di garanzia sono scaturite dopo lunghe e laboriose indagini che hanno permesso di far emergere "una consolidata attività illecita di commercializzazione di olio extravergine di oliva Igp toscano che in realtà proveniva dalla Puglia e dalla Grecia, in tal modo gli indagati sono riusciti a lucrare sul maggior prezzo che l'olio toscano di pregio ha rispetto all’olio italiano e comunitario, sia sul mercato nazionale che sui mercati esteri".
Oltre ai controlli del sistema informatico agricolo è stata necessaria l’analisi del dna dell’olio, unico accertamento che permette di identificare in modo inequivocabile specie e varietà diverse di olio extravergine d’oliva.
La presunta frode sarebbe stata compiuta utilizzando la connivenza di proprietari di frantoi che hanno simulato false moliture di olio pugliese. Proprio dalla Puglia hanno preso avvio le indagini nel settembre scorso. L’ispettorato della tutela e repressioni frodi nell’agroalimentare del Ministero aveva rilevato un’anomala attività nei registri di alcuni fratoi pugliesi. Anomalia resa ancora più evidente dal fatto che la presunta frode è stata compiuta in un annata risultata notoriamente di scarso raccolto. Si è partiti da questo per scoprire che anche olio proveniente dalla Grecia veniva utilizzato per “rafforzare” le spedizioni in Toscana. Nella Maremma oli pugliese e greco diventavano, mediante l'intreccio magico di documenti veri e falsi, un toscano Igp. Un espediente che innalzata il valore della merce consentendo illecito profitto. L'inchiesta giudiziaria è stata coordinata dal procuratore Raffaeela Capasso. (Giancarlo Vincitorio)
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