Gli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria Tempa Rossa. Sequestrate migliaia di cartelle cliniche. Le rivendicazioni del governatore della Puglia
Per noi il danno maggiore per noi è quello ambientale. Non so se possiamo fidarci ancora delle notizie che l’Eni ha dato recentemente, dicendo che l’ambiente è pulito, l’aria è pulita». Lo ha detto don Salvatore Dattero, direttore dell’ufficio per i problemi sociali e del lavoro della diocesi di Potenza, nel suo intervento a Radio Vaticana sullo sfruttamento del petrolio in Basilicata. Di certo non si fidano magistratura e forze dell’ordine che stanno effettuando approfondite indagini per accertare l’incidenza delle malattie tumorali sulla popolazione nell’ambito dell’inchiesta tristemente riguardante “Tempa Rossa”, cioè il centro per lo sfruttamento del giacimento petrolifero in Lucania. Progetto che prevede anche un oleodotto che giunge in Puglia, sino Taranto. Progetto che vede la contrarietà del governatore pugliese Michele Emiliano il quale ha anche affermato la necessità che Total e Shell provvedano, nel frattempo, a compensare la Puglia con le royalty. Denaro da utilizzare per Taranto.
Don Matteo dichiara che “l'occupazione che tanto vanno sbandierando le società energetiche non c'è stata. Certamente un po' di lavoro c'è stato, ma quell'enorme quantità di persone che dicono abbia lavorato non è così. Tant'è vero che da Viggiano, che è il centro, proprio, dove c'è il pozzo più grande, le persone partono perché lavoro non ce n'è. Secondo punto: si può coniugare lavoro, estrazione del petrolio, perché, è chiaro, non possiamo farne a meno, e rispetto dell’ambiente e della salute: rispettando le regole, sicuramente. E ovviamente non immaginando guadagni spropositati. Occorre riflettere perchè dove c'è il maggior pozzo, a Villa d’Agri, c'è il Parco nazionale della Val d’Agri, insieme al Parco nazionale del Pollino: proprio per salvaguardare questa ricchezza che ci appartiene. Turismo, ambiente, acqua e anche il petrolio: possono andare insieme. Rispettando le regole”.
Sulla diffusione dei tumori e di altre patologie in Basilicata la Procura di Potenza, intanto, ha delegato ai carabinieri del Noe, il compito di andare negli ospedali per sequestrare migliaia di cartelle cliniche. Attività che viene svolta nell’ambito del filone d’inchiesta sulle attività di smaltimento dei rifiuti prodotti dal Centro Oli dell’Eni. Inoltre sono in svolgimento indagini epidemiologiche per verificare eventuale inquinamento sulle produzioni agricole locali e sugli allevamenti.
Proprio nel prosieguo dell’inchiesta giudiziaria questa mattina si è svolto l’interrogatorio di garanzia dell’ex sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Rosaria Vicino (Pd), nel palazzo di giustizia di Potenza. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande del gip. Ha preferito fare una breve dichiarazione spontanea per ribadire di aver agito sempre “nell’interesse della comunità, senza alcun ritorno personale e senza ottenere vantaggi economici o elettorali". Poco prima di lei era stato sottoposto a interrogatorio di garanzia anche l’ex vicesindaco di Corleto, Giambattista Genovese nei confronti del quale è stato applicato il divieto di dimora come misura cautelare. Anche Genovese, come Vicino, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ex primo cittadino è agli arresti domiciliari dallo scorso 31 marzo.
Ancora nessuna data, invece, è stata resa nota per le dichiarazioni che intende fornire ai magistrati l’ex ministra dello sviluppo economico Federica Guidi. Già subito dopo le dimissioni Guidi aveva chiesto ai pm, mediante il suo avvocato, Paolo Carbone, di poter chiarire la propria posizione. Dopo lei i magistrati della Procura potentina ascolteranno Gianluca Gemelli, l’imprenditore siciliano compagno dell’ex ministra. L’uomo è indagato per corruzione e traffico di influenze illecite. (Rezarta Tahiraj)
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