Dalla Farnesina però evidenziano che i tribunali indiani ormai non hanno alcuna competenza nel giudicare il caso dei due marò pugliesi perché la controversia è ora all'esame del Tribunale del mare
Massimiliano Latorre potrà restare a casa, in Puglia, sino al 30 settembre. La Corte suprema indiana si è espressa così in merito alle vecchia istanza presentata dall'Italia per garantire al tarantino Latorre di continuare a farsi curare in patria. Peccato però che questa decisione appare tardiva e priva di efficacia in quanto nel frattempo le competenze giudiziarie sono trasferite, di comune accordo tra italia e India, al tribunale dell'Aja. Dalla Farnesina, infatti, evidenziano che i tribunali indiani ormai non hanno alcuna competenza nel giudicare il caso dei due marò pugliesi perché la controversia è da alcuni mesi all'esame del Tribunale del mare e solo l'arbitrato internazionale potrà affrontare pertanto la situazione e decidere in merito ai due fucilieri della Marina Militare che erano componenti del Reggimento San Marco con sede a Brindisi. "Il Governo italiano ribadisce che in seguito alla decisione del Tribunale del Diritto del Mare l'Italia considera sospesa e quindi priva di valenza giuridica la giurisdizione indiana sul caso. L’Italia -è scritto nella nota ufficiale del Ministero degli Esteri - conferma di riconoscersi infatti nell’Ordine del Tribunale Internazionale per il Diritto del Mare del 24 agosto 2015, che aveva stabilito la sospensione da parte di India e Italia di tutti i procedimenti giudiziari interni fino alla conclusione del percorso arbitrale avviato dal Governo nel giugno dello scorso anno". Al tribunale dell'Aja l'Italia ha già chiesto che anche Girone faccia ritorno in Italia in attesa del pronunciamento del giudizio di merito. "L’Italia - è scritto infatti nella nota ufficiale della Farnesina - ha anche presentato al Tribunale Arbitrale costituito presso la Corte Permanente d’Arbitrato de l’Aja una richiesta di misure provvisorie per chiedere il rientro del Fuciliere Girone e la sua permanenza in Italia fino alla fine della procedura arbitrale. La decisione del Tribunale arbitrale è attesa nei prossimi giorni".
Il 30 aprile scadeva l’autorizzazione concessa dai giudici a Latorre dopo l’ictus che lo colpì nel settembre del 2014. Latorre e il suo commilitone Salvatore Girone furono arrestati nel febbraio del 2012 con l’accusa di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala.
Una nuova decisione per un’ulteriore proroga sarà presa dalla stessa Corte indiana il 20 settembre 2016, nell'udienza già fissata alle ore 15, ma per quella data c’è speranza che la Corte del Mare di Amburgo, l'unica ad avere competenze vere sul caso, si esprima positivamente e decisa, nel frattempo, di fare rientrare in Italia anche Salvatore Girone.
La decisione odierna della Corte indiana è stata presa dal presidente della seconda sezione Anil Dave dopo aver ascoltato gli avvocati delle parti, quindi anche quello che rappresenta gli interessi dell'Italia. La proroga è stata motivata dalla necessità di conoscere i primi sviluppi dell'arbitrato fra India e Italia in corso presso la Corte permanente dell'Aja.
Insomma mentre la Farnesina ribadisce che a decidere può essere solo il Tribunale del mare, cioè l'arbitrato internazionale, gli avvocati che difendono i due marò pugliesi continuano a partecipare in India agli iter giudiziari sul caso. Ad esempio è previsto che che l'Italia presenti entro il 16 settembre una propria memoria difensiva. "Vediamo cosa succede alla Corte permanente dell'Aja", ha detto il giudice Dave chiudendo l'udienza. Nel frattempo, per rispettare la procedure riguardanti la nuova estensione decisa dalle autorità giudiziari indiane sul prolungamento della permanenza di Latorre in Puglia, l'Italia presenterà una nuova lettera di garanzie firmata dall'ambasciatore d'Italia a Muova Delhi. E' un modo dell'Italia per dire che prende atto e rispetta della posizione positiva espressa dalle autorità giudiziarie indiane anche se è consapevole che esse risultano prive di efficacia. Come dire: apprezziamo il pensiero e il bel gesto.
Nel frattempo il deputato di Forza Italia Elio Vito scrive su Facebook: “Siamo seri, e attendiamo le decisioni del Tribunale internazionale dell'Aja al quale il governo Renzi si è purtroppo rivolto con grave ritardo". Equivale a dire che quest'ultima decisione indiana di serio non ha nulla. Ancora meno varrà la prossima: quella del 20 settembre. (Carmelo Molfetta)
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